Descrizione
Quota iniziale : 695 m (817 m se si parte dal Santuario di Graglia)
Quota finale: 1161 m
Dislivello: +935 m, -476 m (+815m se si parte dal Santuario)
Distanza totale: 15,96 km (14,95 km se si parte dal Santuario)
Tempo: 5:33 h escluse le soste (5:15h se si parte dal Santuario)
Quarta e ultima tappa del cammino. Partenza dal Santuario ma essendo alloggiati a un chilometro di distanza e 100 metri sotto partiamo subito col recupero del dislivello perso il giorno precedente.
Oggi il tempo sembra migliore di ieri ma solo in apparenza visto che appena lasciamo l’alloggio inizia di nuovo a piovere ed arriviamo al Santuario sotto l’acqua ma ormai ci siamo abituati.
Ripercorriamo alcune centinaia di metri della tappa di ieri fino a intercettare la strada che sale verso il cimitero. Oltrepassato il Campo Santo lo sguardo spazia verso la pianura e si vede distintamente l’acquazzone che ci raggiungerà di lì a poco. Rientriamo nel bosco e in piano raggiungiamo i ruderi della Cascina Dairetti e poco dopo superiamo un piccolo gruppo di baite, ormai siamo in vista di Sordevolo dall’altra parte della valle, non ci resta che scendere lungo un sentiero piuttosto ripido e reso molto scivoloso dalla pioggia fino ad attraversare un altro cascinale e procedere, sempre con molta attenzione e dopo aver perso ben 250 metri di dislivello, fino al ponte sul torrente Elvo intitolato a Gregorio Ambrosetti che l’ha fatto costruire nel 1842.
Riprendiamo a salire lasciando sulla destra la deviazione per la ferrata dell’Infernone e arriviamo finalmente all’abitato di Sordevolo con il lavatoio e la Chiesa Parrocchiale di Sant’Ambrogio. In uscita dal paese la strada asfaltata sale decisa, alle nostre spalle si scorge il Santuario di Graglia da dove siamo partiti questa mattina e dopo un’ennesima perdita di quota arriviamo a Verdobbio con la Chiesa della Madonna delle Grazie. Poco dopo il percorso devia a sinistra in un vicolo che sale ripido per poi lasciare l’abitato e proseguire nel bosco.
Dopo un piccolo guado con laghetto annesso risaliamo per un breve tratto fino a giungere ad un pascolo che attraversiamo verso sinistra in direzione di un casolare. Passata una cappellina dedicata alla Madonna Nera lasciamo la via principale per deviare a destra verso un’abitazione che oltrepassiamo per scendere all’Oratorio di San Barnaba fatto costruire nel 1606 dal parroco di Pollone Don Agostino Ferrario e ricostruito nel 1662 dalla comunità per invocare protezione contro le tempeste e come ringraziamento per essere scampati alla peste.
Oltrepassata la chiesa riprendiamo a scendere sul sentiero fino a sfiorare l’abitato di Pollone per poi riprendere a salire su asfalto verso Chiavolino dove al termine della salita troviamo una rigenerante fontanella. Lasciato anche Chiavolino proseguiamo in falsopiano per circa 600 metri fino ad incontrare un importante bivio dove proseguendo dritto ci si dirige verso Favaro e il sentiero D1 di San Carlo percorso ufficiale del cammino di Oropa ma sconsigliato in giornate di forte piogge come oggi mentre a sinistra si stacca la variante più semplice lungo la traccia della vecchia tranvia. Ovviamente scegliamo questa opzione essendo il terreno ancora zuppo di acqua anche se al momento ha smesso di piovere.
Giriamo a sinistra ed iniziamo a salire il ripido sentiero che in breve ci porta al percorso della tranvia. Abbiamo dedicato un articolo specifico a questo sentiero che potete trovare cliccando qui). In pochi minuti arriviamo alla suggestiva galleria del Girone che permetteva al tram di prendere quota con un giro a 360 gradi. Qui nei giorni limpidi il panorama spazia su tutta la pianura. Poco dopo troviamo un’area di sosta con un tavolino e delle sedie. Continuiamo a salire dolcemente attraversiamo la radura dei Sette Faggi e proseguendo giungiamo al suggestivo ponte dei Tre Archi. Ormai siamo a metà strada del percorso della tranvia tra un ponticello e una cascata arriviamo ad una casa dipinta con nel giardino molte sculture in legno. Poco dopo occorre tenere la sinistra in quanto il percorso è franato e non è percorribile. Ormai manca poco e incrociamo la strada sterrata che dalla provinciale si dirige verso Oropa Bagni il vecchio stabilimento idroterapico del secolo scorso. Svoltiamo a destra e scendiamo sulla provinciale che purtroppo dobbiamo seguire per circa un chilometro facendo moltissima attenzione alle auto in transito. All’altezza della cappella dedicata a San Luca lasciamo la strada per prendere la vietta sterrata che in pochi minuti ci porta in vista del Santuario di Oropa fine del nostro Cammino e della famosa tranvia. Ovviamente piove per cui ci dirigiamo immediatamente all’Ufficio SS Messe dove ci viene consegnato il Testimonium che certifica il cammino fatto. Questa notte alloggeremo nella foresteria del Santuario.
L’indomani ci svegliamo e ovviamente dopo aver preso pioggia per tre giorni di fila oggi non una nuvola in cielo così ne approfittiamo per una breve visita alla Basilica della Madonna Nera e alla Basilica Superiore ma presto arriva il momento di prendere l’autobus che ci riporterà a Biella dove ci aspetta il treno che ci ricondurrà a casa.
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Leggende storia e curiosità
Tranvia Biella-Oropa – L’Ardita d’Italia
La tranvia Biella-Oropa è stata tra il 1911 e il 1958 un importante mezzo di collegamento tra il centro di Biella e il vicino Santuario di Oropa.
Il tram percorreva poco più di 14 km su sede stradale da Biella a Favaro per poi spostarsi su sede propria da Favaro a Oropa. Quest’ultimo tratto oggi è percorribile a piedi.
Era una vera e propria opera ingegneristica d’avanguardia tanto da meritarsi il titolo “Ardita d’Italia” poiché era la seconda linea tranviaria italiana a superare i 1000 metri di altezza e un dislivello di 742 metri senza l’ausilio della cremagliera.
Venne realizzata da un progetto del 1894 e inaugurata il 4 luglio 1911. La motivazione che ha spinto la realizzazione del progetto era costituita dalla crescente popolarità del turismo religioso diretto al Santuario di Oropa.
Fin da subito ebbe un notevole successo tanto da registrare oltre 200.000 viaggiatori nel primo anno di esercizio.
Il percorso partiva dalla stazione Biella “Giardini” che sorgeva di fronte alla stazione della tratta ferroviaria Biella Santhià, si dirigeva a Cossila e a Vecchia dove erano presenti gli sdoppiamenti dei binari per consentire gli incroci dei treni, passava da Favaro, sede degli uffici amministrativi e del deposito-officina e arrivava al Santuario passando vicino a Oropa Bagni importante centro idroterapico che attirava tantissime persone e rimasto in funzione fino agli anni ’50.
Il tracciato presentava diversi tornanti tra i quali uno elicoidale, lo spettacolare “Girone“, in cui la linea effettuava una curva di 360° per guadagnare quota ed era posto all’uscita dalla omonima galleria ancora oggi molto ben conservata.
Il numero sempre crescente di passeggeri, che nel 1925 raggiunse quasi il milione, favorì il costante ammodernamento dell’impianto con l’acquisto di nuove elettromotrici e nel 1927 l’aumento della tensione di linea da 750 a 2400 Volt.
Al termine della seconda guerra mondiale la linea registrò un vero record di passeggeri pari a 1.924.866 persone.
Nove anni più tardi nel 1954 il clima politico iniziò a cambiare e gli investimenti vennero spostati sempre più verso i trasporti su gomma tanto che il 29 marzo 1958 la tranvia venne soppressa e sostituita da un autoservizio.
Nell’estate dello stesso anno furono smantellati i binari, la linea aerea e le vetture vennero demolite. Per mantenere vivo il ricordo della tranvia nel 1997 l’associazione FerroviaBiellaOropa acquistò e restaurò esteticamente un’elettromotrice della tranvia di Locarno molto simile a quella in servizio sulla tratta Biella-Oropa e la posò a monumento presso il Santuario di Oropa dove oggi è visibile.
Fonti: