Descrizione
Quota iniziale : 1840 m
Quota finale: 2563 m
Dislivello: 1087 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 17,76 km
Tempo: 3:30 h sola andata
L’escursione di oggi al rifugio Bolzano e Monte Pez sullo Sciliar è un po’ lunga ma non presenta nessuna difficoltà pertanto è adatta a tutti con un minimo di allenamento per poter affrontare i 1100 metri di dislivello complessivo e i quasi 18 km di percorso tra andata e ritorno.
Lasciata l’auto nel parcheggio a pagamento di Compaccio-Kompatsch (per l’accesso a Compaccio-Kompatsch vedere l’escursione al rifugio Molignon) ci avviamo verso l’inizio del percorso 10 proprio accanto all’ufficio informazioni.
Dopo un primo breve tratto in discesa la strada inizia a salire. Tralasciamo le deviazioni e in 10 minuti arriviamo ad un bivio in corrispondenza ad un gruppo di case. Giriamo a destra e proseguiamo oltrepassando un cancello in legno che limita i pascoli.
La strada sale per pochi minuti poi diventa praticamente in piano attraversando ampi prati disseminati di malghe. Lo Sciliar ci appare in tutto il suo splendore davanti a noi. In circa mezz’ora dal parcheggio arriviamo ad un incrocio dove occorre proseguire dritto in ripida discesa seguendo sempre il sentiero 10 fino a raggiungere un altro bivio. A questo punto le possibilità sono due: proseguire sulla sterrata a sinistra e seguire il sentiero 5 oppure rimanere sul sentiero 10 che scende tra i prati. I due sentieri si incontrano più in alto la differenza è che col primo si perde meno quota mentre col secondo si perde più quota che poi bisogna recuperare ma si passa attraverso un bel bosco.
Decidiamo di rimanere sul sentiero 10 e lasciare il sentiero 5 per il ritorno. Iniziamo a scendere sul sentiero prima e su una sterrata poi fino a raggiungere la malga Prossliner. Pieghiamo a sinistra e percorriamo il sentiero in leggera discesa fino ad un ponticello di legno dove troviamo una targa della tappa 10 del sentiero dei geologi. Riprendiamo a salire e oltrepassiamo un altro ponticello dopo il quale, al bivio, svoltiamo a destra rimanendo sul sentiero 10 che sale nel bosco.
All’uscita dal bosco troviamo un altro bivio e svoltiamo a sinistra, un cartello ci ricorda che mancano ancora un’ora e cinquanta al rifugio. Un’occhiata a valle e continuiamo a salire fino ad incrociare il sentiero 5 che avevamo lasciato più sotto. Svoltiamo a destra e proseguiamo, da questo punto il sentiero si fa più affollato (non per nulla viene chiamato “sentiero dei turisti”) e sempre più ripido.
Alcuni tratti sono stati attrezzati con belle scale di legno altri sono stati scavati nella roccia ma non presentano particolari difficoltà. Dopo aver superato il tratto più ripido il sentiero sale un po’ più dolcemente ed è addirittura lastricato con rocce porose.
Ormai manca poco, oltrepassiamo il bivio per il sentiero dei camosci (solo per esperti) e proseguiamo in falsopiano godendoci il panorama dall’alto. Dopo un’ultima breve salita e uno sguardo verso valle eccoci arrivati al rifugio Bolzano (2457m).
Alzato lo sguardo compare la croce di vetta del monte Pez e un cartello indica che mancano 20 minuti alla cima. Imbocchiamo il sentiero 4 che velocemente ci porta in vetta da dove si gode di una vista stupenda in ogni direzione. Purtroppo il tempo è peggiorato e c’è un forte vento gelido, nonostante il pile, la giacca a vento e i guanti fa veramente molto freddo. Riusciamo appena a scattare qualche foto e a scorgere una grossa mano disegnata coi sassi sul pascolo sottostante ma poi, come gli altri escursionisti presenti, scendiamo velocemente più in basso per cercare riparo dal vento.
Ci fermiamo per una tappa ristoratrice in una conca qualche decina di metri sotto il rifugio proprio accanto ad un altro disegno fatto con le pietre.
Dopo esserci rifocillati riprendiamo la discesa sul sentiero 1 fino ad arrivare al bivio col sentiero 5 incontrato la mattina. Questa volta invece di scendere attraverso il bosco e poi affrontare una lunga salita per rientrare decidiamo di seguire il sentiero 5 che perde meno quota. Proseguiamo quindi dritto su un comodo sentiero in dolce discesa fino ad arrivare in vista della malga Saltner che, dopo un rapido consiglio di famiglia eleggiamo a nostra sede per la prossima merenda. Scendiamo fino ad oltrepassare il Rio Freddo su uno spettacolare ponte di legno e dopo essere risaliti sul versante opposto eccoci finalmente alla malga Saltner dove ci fermiamo per un’ottima merenda a base di strudel con crema e canederli di mele e marmellata di ribes rosso (purtroppo la macchina fotografica è stata più lenta della voracità dei ragazzi e due dei tre canederli erano già spariti prima della foto!).
Dopo la meritata sosta riprendiamo il cammino tra i masi dando un’occhiata al sentiero che sale a zig zag lungo il fianco della montagna e che abbiamo percorso.
Si riprende ahimè a salire incrociando ancora il bivio col sentiero 10 che abbiamo percorso in mattinata e, proprio di fronte, riprendiamo il sentiero già percorso in mattinata che sale ripido fino ad incrociare la sterrata che scende dolcemente fino a Compaccio lungo il percorso fatto all’andata.
Galleria Foto
Cartina e indicazioni stradali
Accesso stradale: Autostrada A22 uscita Bolzano Nord. Girare a sinistra sulla SS12 e proseguire per 3,7 km. Raggiunta una galleria tenere la sinistra e proseguire sulla SP24 seguendo le indicazioni per Alpe di Siusi per circa 18.5 km. Arrivati ad una piccola rotonda compaiono le indicazioni con gli orari di apertura della strada per Compaccio.
Se si arriva prima delle 9:00 proseguire dritto per circa 6 km fino al parcheggio altrimenti lasciare l’auto e prendere l’autobus.
Coordinate parcheggio: N 46.540234° E 11.616193°
Profilo e traccia GPS
Video Traccia 3D
Leggende storia e curiosità
Leggenda delle streghe dello Sciliar
Bisogna sapere che l’immensa dorsale dello Sciliar è un luogo d’incontro molto amato dalle streghe che vi giungono da ogni dove a cavallo di una scopa.
Ma badate bene, cari bambini, a non recarvi a mezzanotte sul punto più alto, che è il Pez, perché a nessun essere umano è permesso assistere alle loro feste. Chi osasse tanto, ne impazzirebbe dalla paura.
A tal proposito, i vecchi dell’altopiano si ricordano ancora del povero Hansel che viveva in un maso proprio ai piedi dello Sciliar.
Una sera d’estate la moglie di Hansel stava prendendo l’acqua dal pozzo quando percepì una particolare energia nell’aria. Non un filo di vento aleggiava e la strana quiete faceva presagire a un violento temporale.
Volse lo sguardo al cielo e scorse, tra le minacciose nubi, un’ombra volteggiare.
“ Hansel…” gridò la donna “corri, corri, vieni a vedere cosa…”
L’uomo si precipitò immediatamente alla finestra e sgranando gli occhi al cielo nel punto indicato dalla moglie, esclamò: “Santi numi, quella è la Strega del tempo! Ah maledetta, adesso ti sistemo io!”.
In un batter d’occhio imbracciò il fucile, benedì i colpi con l’acqua santa, uscì sull’aia e mirò bene in alto… bum… bum.
Un urlo straziante accompagnò l’eco degli spari: la strega era stata colpita e con un pesante tonfo cadde proprio ai loro piedi.
Mamma mia che brutta! La vista della strega fu così terribile che il povero contadino non resse allo spavento e stramazzò, bianco come un cencio, al suolo.
Molti anni passarono, però, prima che il povero Hansel si riprendesse e mai dimenticò quella notte; infatti a ogni sopraggiungere del temporale si barricava in casa pieno di paura.