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Campanile di S. Martino (Ciucarun)

Descrizione

Quota iniziale : 388 m
Quota più alta: 790 m
Dislivello: 550 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 15,00 km
Tempo: 4:00 h a passo lento ed escluse le soste per le castagne

Dato il tempo incerto e le allerte meteo di questo fine settimana ne approfittiamo per una gita a quote più basse. Finalmente è venuto il momento di andare a vedere il Campanile di S. Martino di Paerno o come viene chiamato da quelle parti il Ciucarun e visitare la suggestiva Serra di Ivrea alla scoperta di altri punti interessanti.

L’intero giro di oggi è una passeggiata nei boschi senza difficoltà tecniche, solo qualche tratto un po’ sconnesso e scivoloso a causa delle foglie, ma che per la sua lunghezza di circa 15 chilometri occorre affrontare con un minimo di allenamento. La Serra di Ivrea è una ragnatela di piste tagliafuoco, strade bianche, sentieri, tracce etc e, a parte sulle tagliafuoco principali, non abbiamo trovato cartelli o indicazioni, per cui occorre avere una buona cartina o, meglio ancora, una traccia GPS soprattutto per individuare i sentieri di congiunzione tra le piste tagliafuoco. In presenza di bimbi piccoli o se non si è sicuri del proprio senso di orientamento meglio stare sulle piste tagliafuoco segnalate ed evitare di perdersi.

Lasciata l’auto nel parcheggio gratuito nei pressi della chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena nel comune di Burolo accanto al parco giochi, ripercorriamo a piedi il tratto di via Maddalena percorso in auto fino ad arrivare ad un incrocio dove ignoriamo la strada a destra da dove siamo arrivati in auto per prendere a sinistra via Salecchio seguendo il cartello per il Campanile di San Martino. Rimaniamo sull’asfalto per circa 800 metri fino al terzo tornante dove lasciamo la strada asfaltata per proseguire dritto su una carrareccia. Pochi metri e dietro una curva ecco apparire in mezzo ad un prato il Campanile di San Martino (20’ dalla partenza) più conosciuto col termine Ciucarun che in dialetto piemontese significa gran campanile.

Si tratta di una torre campanaria risalente al XI secolo, tutto ciò che rimane della chiesa dedicata a S. Martino, caduta in rovina dopo che, a seguito della fondazione del borgo fortificato di Bollengo nel 1250, gli abitanti di Paerno, che qui sorgeva, abbandonarono il paese per trasferirsi nel nuovo borgo più a valle. La chiesa di S. Martino venne poi demolita per decreto vescovile nel 1731 in quanto, ormai diroccata, era diventata “spelonca per briganti”.

Dopo le foto di rito del bel punto panoramico imbocchiamo il sentierino che parte proprio di fronte al lato nord campanile per ritornare sulla carrareccia in prossimità di uno slargo. Sulla destra prosegue la strada mentre noi prendiamo il sentiero che parte di fronte alla ricerca di un altro manufatto, meno noto del campanile, ma molto interessante.

Iniziamo a salire lungo l’evidente sentiero ostruito di tanto in tanto da qualche albero caduto ma niente di complicato da aggirare. Dopo circa 700 metri percorsi lentamente alla ricerca del manufatto del quale non si trovano molte notizie se non che si trova a monte del sentiero, troviamo su un sasso un piccolo ometto in pietra che attira la nostra attenzione e difatti un paio di metri fuori sentiero ecco comparire l’Avel. (coordinate GPS N45° 29.590′ E7° 56.298′)

Si tratta di un masso inciso la cui origine e funzione non è certa. Il Gruppo Archeologico Canavesano ipotizza si tratti di un sarcofago in pietra con tanto di poggiatesta per il defunto che, date le dimensioni contenute doveva essere di bassa statura forse un bambino. Nei dintorni non è però stato rinvenuto nessun coperchio, pertanto non si esclude neanche l’ipotesi che potesse essere un altare sacrificale o più semplicemente un abbeveratoio o una vasca per l’acqua che un maldestro scalpellino ha rotto durante la lavorazione e poi abbandonato.

Riprendiamo la salita fino ad incrociare la pista tagliafuoco S05 che seguiamo a sinistra per poco più di un centinaio di metri fino a giungere ad un bivio. Proseguiamo piegando leggermente a destra ignorando la pista che scende a sinistra che prenderemo poi al rientro. Passiamo sotto un ripetitore e in breve arriviamo al Passo della Diagonale dove si incrociano la pista S05 e la tagliafuoco Broglina facente parte dell’Alta Via Dell’Anfiteatro Morenico Di Ivrea. Siamo sulla cresta sommitale della Serra morenica spartiacque tra Biellese ed Eporediese. Qui pochi metri sulla destra troviamo un altro punto di interesse il Roch Basariùnd (roccia rotonda, tondeggiante), un masso erratico di dimensioni considerevoli testimonianza che il Ghiacciaio Baltico è arrivato fino a qui.

Ritorniamo sui nostri passi e proseguiamo in leggera salita in direzione del Passo dell’Oca, ignorando la strada in discesa sulla destra dalla quale rientreremo. Rimanendo sulla traccia principale che di tanto in tanto ci regala qualche scorcio sui laghi di Ivrea, in una ventina di minuti arriviamo al Passo dell’Oca dove proseguiamo a sinistra verso la Torre della Bastia. Trascuriamo tutti i bivi laterali e in circa 15 minuti siamo alla torre. Costruita nel 1296 dal comune di Vercelli originariamente era in pietra con funzioni di segnalazione ma ebbe vita breve e nel 1309 venne distrutta. L’attuale torre in legno fu costruita dal Comune di Chiaverano tra il 2004 e il 2005 nell’ambito del progetto “Forme del paesaggio e della geologia a Scalveis e Chiaverano” cofinanziano dai fondi dell’Unione Europea.

Dopo una rapidissima pausa pranzo scendiamo verso le sponde del vicino stagno della Bastia per poi prendere il sentiero sulla destra e in pochi minuti arrivare alla provinciale 408 per Andrate che imbocchiamo svoltando a destra. Per comodità rimaniamo sulla strada asfaltata poco trafficata per circa 1.5 km fino a giungere al Laghetto intitolato al Cavalier Rolando Cossavella. Qui svoltiamo a destra e seguiamo la pista S02 che costeggia il lago in direzione sud. Dopo un primo breve tratto in piano in cui la strada interseca una tagliafuoco proveniente da sinistra, proseguiamo in ripida breve salita fino ad intersecare sulla sommità della morena un’altra pista tagliafuoco la S01. Continuiamo dritto in discesa fino allo Stagno del Pré, uno stagno intermorenico ricco di specie botaniche rare, di anfibi ed invertebrati di notevole interesse per la loro rara diffusione.

Continuiamo il cammino proseguendo dritto verso sud ovest lungo l’evidente sentiero che dopo pochi metri interseca una strada più larga che risale la seconda morena. Arrivati in cima proseguiamo dritto in ripida discesa, attraversiamo un valloncello, per poi affrontare dritto per dritto l’ultima salita che ci porterà di nuovo sulla sommità della morena a pochi metri dal Passo della Diagonale dove siamo passata al mattino.

Per non ripercorrere lo stesso percorso del mattino, rimaniamo sulla tagliafuoco Broglina in direzione sud est fino a incrociare a circa 1,3 km dal Passo della Diagonale, un sentiero non ben segnalato sulla destra. Occorre aguzzare un po’ la vista per vederlo, qui il GPS è stato di molto aiuto perché i primi bolli sugli alberi si trovano una decina di metri dopo aver imboccato il sentiero. Questa deviazione ci permette di raggiungere in pochi minuti la tagliafuoco S05 nei pressi dell’incrocio che avevamo già attraversato al mattino, ma questa volta, invece di tenere la destra verso il Passo della Diagonale svoltiamo a sinistra e prendiamo la pista chiamata appunto Diagonale che scende a sinistra.

Dopo circa mezz’ora in discesa, la strada inverte la direzione e dopo altri dieci minuti giungiamo ad un tornante dove, ignorata la strada a destra che sale da Terrico, è possibile accorciare un po’ il tragitto prendendo il sentiero che scende proprio sulla curva del tornante. E’ un sentiero non molto agevole, un po’ sconnesso e scivoloso per cui in presenza di bambini meglio stare sulla strada principale che comunque si reincontra poco sotto in uno slargo. Qui riprendiamo la stradina asfaltata più a sinistra che scende costeggiando una recinzione, passa accanto a dei casolari, prosegue incontrando alcune case di località Ferrara fino a giungere dopo circa un chilometro alla Chiesa di Santa Maria Maddalena e quindi all’auto con un abbondante bottino di castagne.

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Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale al parcheggio:
Clicca sull’immagine

Oppure digita le coordinate del parcheggio sul tuo gps
N 45.493108° E 7.930468°

Profilo e traccia GPS

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