Descrizione
Quota iniziale : 330 m
Quota finale: 699 m
Dislivello: 407 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 10,30 km
Tempo: 3:20 h escluse le soste
Dopo la nevicata di questi giorni andiamo a pestare un po’ di neve salendo alla Pietra Groana, una cimetta della bassa Valsesia che era nella nostra lista dei desideri da parecchio tempo. Come itinerario scegliamo di salire da Serravalle Sesia, un percorso un po’ più lungo rispetto al classico con partenza da Piane Sesia, ma molto bello.
L’itinerario in sé non presente alcuna difficoltà ed è adatto a tutti ma quando innevato va affrontato con attenzione soprattutto l’ultimo tratto verso la salita alla vetta che sconsigliamo ai bambini in presenza di neve e ghiaccio perché presenta alcuni brevi tratti un po’ aerei.
Lasciata l’auto nel parcheggio gratuito di Viale Roma vicino all’ufficio postale, raggiungiamo la provinciale che seguiamo verso destra fino al semaforo pedonale che ci permette l’attraversamento sicuro. Di fronte imbocchiamo via S. Antonio che in leggera salita ci porta in pochi minuti ad una sterrata sulla destra. Svoltiamo e ci inoltriamo in piano nel bosco seguendo sempre il percorso principale fino a raggiungere, dopo circa 250 metri, una casa isolata che occorre oltrepassare tenendo la destra e raggiungere così una sterrata che seguiamo verso sinistra costeggiando il Rio Chezza.
Dopo pochi minuti, ci portiamo dall’altro lato del Rio attraversandolo su un comodo ponticello e ci addentriamo nel bosco. La strada prosegue praticamente in piano in un paesaggio incantato anche se di tanto in tanto alcuni rami caduti ci obbligano a piccole deviazioni.
In una ventina di minuti arriviamo al Rifugio degli Alpini di Monchezzola, che in questa stagione è chiuso, e poche decine di metri dopo alla Chiesa della Madonna delle Nevi. Da questo punto in poi siamo i primi a passare visto che non ci sono più impronte se non quelle degli animali.
Proseguiamo ancora in piano fino ad un primo guado sul Rio Chezza e ad un secondo guado sul Croso Grosso seguito da alcuni tratti un po’ avventurosi dopo di che il sentiero inizia a salire oltrepassando alcuni rii su comodi ponticelli di legno.
In poco più di un’oretta arriviamo alla Bocchetta di Ovasine, un crocevia di diversi sentieri a quota 510 m. Ci sono una ventina di centimetri di neve ma anche parecchio ghiaccio così decidiamo di indossare i ramponcini prima di proseguire sulla strada dritta dinnanzi a noi che sale seguendo un tratto di sentiero in comune col cammino della Gran Madre.
Finalmente usciamo dal bosco su un tratto di strada molto panoramico che in una ventina di minuti ci porta ad incrociare il sentiero 704 o Sentiero dei Morti in Brenta che sale da Sostegno e si dirige verso Naula. Questo sentiero veniva utilizzato dai sostegnesi per portare i defunti a spalla nella brenta verso il cimitero di S. Maria di Naula per la cristiana sepoltura.
Continuiamo a seguire la strada che ora coincide col sentiero 704 fino ad arrivare alla Bocchetta delle Chignole dove abbandoniamo il sentiero 704 che scende verso Naula per prendere il sentiero 700 detto di Fra Dolcino per salire verso la vetta. Dopo circa dieci minuti incrociamo il sentiero che sale diretto dalla Bocchetta di Ovasine e proseguiamo verso destra. Inizia ora il tratto sconsigliato ai bambini in caso di neve e ghiaccio in quanto in alcuni brevi tratti il sentiero si fa stretto e leggermente aereo.
Una manciata di minuti e siamo in cima da dove il panorama è incredibile sia verso le montagne che verso la pianura e il cielo terso di questa fredda giornata autunnale ci permette di distinguere anche il Monviso.
Dopo una breve pausa ad ammirare il panorama iniziamo la discesa. Ripercorriamo lo stesso sentiero fino al primo bivio, salendo siamo arrivati da sinistra ed ora per scendere prendiamo il sentiero dritto per fare un piccolo anello.
In realtà, col senno di poi, non è stata una scelta azzeccata in quanto, pur essendo più breve, è molto ripido, e la presenza di ghiaccio e molti alberi caduti lo rendono di non facile percorrenza. In effetti non è passato ancora nessuno. Arrivati finalmente alla Bocchetta di Ovasine rientriamo alla macchina seguendo lo stesso itinerario della salita.
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