Descrizione
Quota iniziale : 1393 m
Quota finale: 2264 m
Dislivello: 938 m + 66 m di perdita di quota da recuperare al ritorno
Distanza totale A/R: 11,29 km
Tempo: 2:45 h
Anche quest’anno è giunto il momento della ormai tradizionale salita al Rifugio Ferioli per andare a trovare gli amici Claudio e Giorgio di escursionando.it che, come consuetudine, un fine settimana di settembre, tolta la veste di escursionisti esperti mettono quella di validissimi gestori del rifugio aiutati abilmente da Rosi e Luciano.
Per la descrizione dell’itinerario rimandiamo alle relazioni del 2013 e del 2015 mentre ci limitiamo a descrivere la splendida giornata.
Arrivati a Rima San Giuseppe di primo mattino quando ancora la piazza è deserta ci incamminiamo per le viette del paese verso l’inizio del sentiero 296 che sale al Colle Mud. Unico punto d’attenzione per non sbagliare strada è a circa mezz’ora dalla partenza quando si incontra il bivio per la salita al Monte Tagliaferro dove occorre tenere la destra. In poco più di un’ora arriviamo all’Alpe Valmontasca. Continuiamo la salita tra basse nuvole minacciose verso l’Alpe Vorco che raggiungiamo proprio mentre le nubi sembrano diradarsi concedendoci la vista della parete NO del Monte Tagliaferro e del Colle Mud.
Giunti al colle imbocchiamo il sentiero 208 che scende al rifugio Ferioli ormai in vista e ad Alagna.
Al rifugio veniamo calorosamente accolti da Luciano e Rosi mentre Claudio intento a svolgere le attività di cucina ci raggiunge subito dopo. Apprendiamo con dispiacere che Giorgio quest’anno non è potuto salire, ci auguriamo di ritrovarlo il prossimo anno in forma più che mai….
Ci accomodiamo in uno dei tavoli sulla terrazza e Claudio ci porta immediatamente degli stuzzichini per ingannare l’attesa (niente foto sono spariti prima di raggiungere la macchina fotografica sigh!) prima della gustosa polenta e spezzatino.
Presto arrivano anche Fabio e Danilo di malatidimontagna.blogspot.it anche con loro ormai è diventato un appuntamento fisso.
Oggi come ogni anno è una giornata speciale, non si tratta solo di una bella escursione ma di un momento di amicizia tra amanti della montagna quella vera fatta di cose semplici ma genuine.
Dopo pranzo Claudio ci fa da cicerone durante il giro della struttura del rifugio al termine del quale scattiamo la consueta foto ricordo.
Purtroppo il tempo vola e nubi minacciose salgono da Alagna pertanto, a malincuore, ci prepariamo a scendere. Oggi l’assenza del simpatico Giorgio si è fatta sentire, da parte nostra i migliori auguri e un arrivederci a tutti quanti all’anno prossimo.
Galleria Foto
Cartina e indicazioni stradali
Accesso stradale: Seguire la SS299 della Valsesia fino a Balmuccia. Svoltare a destra prendere la SP10 e seguirla fino a Rima S. Giuseppe.
Coordinate parcheggio: 45.885095° N 8.000040° E
N 45.663778° E 8.06279°
Profilo e traccia GPS
Video Traccia 3D
Leggende storia e curiosità
La strada del Paradiso
Secondo la leggenda La strada del Paradiso molti anni fa a Rima, incantevole paesetto della Valsesia, viveva una povera vecchietta. Sua unica consolazione era un bimbetto di sei anni, orfano di papà e mamma, che aveva allevato da quando aveva una anno. Con lui andava a falciare l’erba, a raccogliere la legna, a lavorare i campi. Ma un inverno, un inverno tremendo, carico di neve e di gelo: il bambino s’ammalò di polmonite e dopo qualche giorno spirò.
La sventurata vecchietta, affranta dal dolore non si dava più pace; mattina e sera si recava ad inginocchiarsi presso la tomba del suo angioletto e lo chiamava per nome.
– O Signore, perché non avete preso me? Io sono vecchia e lui era all’alba della vita. Perché?
E piangeva, piangeva giorno e notte…
Venuta la primavera, ogni sera, immobile come una statua, sedeva sui gradini della sua casetta situata all’ingresso del paese, proprio al margine della strada. Si sedeva e stava a guardare la bianca strada sulla quale mesi prima il suo bimbo l’attendeva, giocava e canterellava felice.
Ma una sera, d’un tratto, la vecchietta trasalì. Era desta o sognava? Che cosa brillava laggiù in fondo? La donna dilatò le pupille; sì, era una processione di bimbi che avanzava tenendo nella manina un piccolo cero acceso: le vesti candide, le ali bianche, il viso raggiante.
La vecchietta pensò subito che tra quegli angeli avrebbe visto anche il suo. Ma la processione sfilò tutta ed il figlioccio non c’era! Fuori di sé dalla disperazione, fermò l’ultimo angioletto e con voce soffocata dai singhiozzi, gli chiese:
– …. E lui… lui… perché non c’è?
– Perché non può reggersi in piedi , mia buona nonnina. I suoi abiti sono tutti inzuppati di lacrime pesano come piombo. Se volete che anche lui percorra la strada del Paradiso, non piangete più.
E la processione sparì nel buio. La donna, riavutasi dalla commozione, andò al vicino Santuario della Madonna, collocò un cero sull’altare e pregò a lungo con fervore.
La notte il bimbo apparve in sogno alla nonnina:
– Mi vuoi ancora bene, nonnina?
– Certo che te ne voglio, e tanto!
– Vuoi che vada anch’io in Paradiso?
– Sicuro che lo voglio!
– Ebbene, allora devi promettermi che non piangerai più.
E la nonnina fece solenne promessa. La sera seguente la vecchietta si vestì a vesta e, seduta davanti alla casetta, stette ad attendere.
La sua attesa non fu vana: ecco, una candida processione si snoda, lenta e solenne, lungo la strada del Paradiso. La vecchietta scruta tutti gli angioletti ad uno ad uno. D’improvviso il suo cuore sussulta di gioia: ha visto nella schiera degli angioletti anche il suo tesoro ed anche lui ha il braccino alzato e la manina sfolgorante di luce.
Il bimbo sorride alla nonnina e la chiama a sé. E quella stessa notte ella raggiunge il suo angioletto.
Tratto dall’Enciclopedia delle Regioni – Piemonte ed. Aris