Al momento stai visualizzando Valle di Oropa – Da Favaro ad Oropa il sentiero della tranvia (giro ad anello)
Tranvia Biella Oropa

Descrizione

Quota iniziale : 740 m
Quota finale: 1200 m
Dislivello: 460 m solo salita 590 m intero giro
Distanza totale A/R: 15,56 km
Tempo: 2:00 h solo andata escluse le soste, 4:00 h intero giro esclusa la visita al Santuario

Questo percorso è un vero tuffo nella storia infatti ricalca il vecchio tracciato della tranvia Biella-Oropa che tra il 1911 e il 1958 collegava Biella al Santuario di Oropa. Il sentiero parte da Favaro dove la tranvia lasciava la sede stradale per inerpicarsi lungo un itinerario tra i boschi oggi percorribile a piedi.

Il percorso che da Favaro sale al Santuario di Oropa è adatto a tutti poiché sempre ben tracciato e con pendenze molto dolci spalmando i 460 metri di dislivello in poco più di 7 chilometri. Per quanto riguarda invece il rientro lungo il Sentiero Oropa detto anche di San Carlo, pur non presentando alcuna difficoltà, occorre affrontarlo con una minima esperienza poiché la traccia in alcuni punti si perde sotto le abbondanti foglie (per lo meno in questo periodo dell’anno).

Lasciata l’auto nel piccolo parcheggio al centro di Favaro ci dirigiamo verso la SP144 dove, in prossimità di un tornante, parte l’itinerario di oggi (indicazioni sentiero D6 per Oropa Bagni).

Iniziamo a salire lungo la sterrata che dopo poche centinaia di metri spiana passando alle spalle di una casa e dirigendosi nel bosco. Da subito sono evidenti lungo la via i resti dei tralicci che sostenevano la linea aerea di presa della corrente. Dopo poco più di cinque minuti dalla partenza si trova il primo bivio dove occorre svoltare a destra seguendo le indicazioni per il sentiero D6 Oropa. Il sentiero prosegue dolce passando su splendidi ponticelli in pietra fino a giungere dopo circa venti minuti alla galleria del Girone lunga una settantina di metri e ancora in ottimo stato di conservazione nonostante l’assenza di manutenzione.

All’uscita dalla galleria si notano ancora le tracce delle rotaie ormai smantellate e incomincia il tornante elicoidale detto appunto “Girone” che con un giro di 360° permette di salire di quota senza fatica. In questo punto il paesaggio offre una vista splendida sulla pianura sottostante e sono stati lasciati anche un tavolino e delle sedie a ricordo dei tempi di maggior splendore della tratta.

Si prosegue sempre nel bosco fino a giungere ad un punto più aperto in località Sette Faggi dove la vista si apre sulle montagne circostanti. Rientrati parzialmente nel bosco si giunge presto al celebre ponte dei Tre Archi ammirabile anche dalla strada provinciale che sale ad Oropa. Poco più avanti la visuale si apre nuovamente ed è possibile vedere in alto i resti del complesso idroterapico Oropa Bagni rimasto in funzione fino agli anni ’50.

Proseguendo nel bosco ed oltrepassata un’abitazione con delle belle sculture in legno si giunge ad una deviazione dove occorre tenere la sinistra in quanto il sentiero poco più avanti è franato. Ritrovato il sentiero principale si prosegue per qualche minuto fino ad incontrare la strada sterrata che arriva da Oropa Bagni. Svoltando a sinistra si va verso lo stabilimento idroterapico ormai ridotto ad un pericoloso rudere e completamente recintato mentre a destra si prosegue verso il Santuario di Oropa. Decidiamo di fare una piccola deviazione per avvicinaci un pochino allo stabilimento idroterapico ma dopo una semplice foto dal sentiero ritorniamo sui nostri passi e proseguiamo verso il Santuario.

Ora il percorso intercetta in prossimità della Cappella di San Fermo la strada SP144 che sale da Biella diretta al Santuario e per poco meno di un chilometro il percorso coincide con la strada. E’ questo il tratto decisamente più pericoloso dell’intero percorso in quanto non esiste un marciapiede ed occorre camminare appena fuori del manto stradale su una strada molto frequentata soprattutto la domenica, oggi poi c’era una prova di rally e le auto sfrecciavano pericolosamente nonostante la strada fosse aperta al traffico, rendendo ancora più inquietante questo tratto di percorso. In presenza di bambini meglio informarsi prima e in qualunque caso procedere con la dovuta cautela, non è un tratto lungo ma può sembrare interminabile.

Giunti alla Cappella di Santa Lucia finalmente si abbandona la strada per proseguire lungo il tracciato della tranvia fino a giungere all’area antistante il Santuario di Oropa. Proseguendo verso il Santuario sulla destra troviamo una elettromotrice della tranvia di Locarno restaurata esteticamente dall’Associazione FerroviaBiellaOropa e posta a monumento in ricordo dell’Ardita d’Italia.

Da bravi turisti ci dirigiamo verso il luogo dove si trovava la vecchia stazione dei tram per poi salire verso il piazzale del Santuario e visitare la Basilica Antica con la statua della Madonna Nera e il dipinto di Sant’Eusebio. Ci spostiamo poi alla Basilica Superiore per poi tenere la destra verso la Cappella del Roc costruita parzialmente su un masso erratico sotto il quale, secondo le cronache relative alla fondazione del santuario, si narra fosse stata nascosta da sant’Eusebio la statua della Madonna Nera per impedire che cadesse nelle mani degli eretici.

Ci spostiamo ora verso il cimitero monumentale dove tra le altre troviamo la tomba di Quintino Sella con la sua forma piramidale. Dopo essere ritornati verso il piazzale del Santuario torniamo verso il lato della tranvia per imboccare di nuovo il sentiero D6 che scende verso la cappella di Santa Lucia. Prima di arrivare alla Cappella troviamo sulla sinistra la deviazione per il sentiero D1 detto anche sentiero Oropa che ci permetterà di scendere verso Favaro con un anello.

La discesa su questo sentiero è da considerarsi escursionistica e non turistica. La presenza di foglie lo rendono un po’ scivoloso ma mai pericoloso, pur essendo ben segnalato a volte le indicazioni sembrano prediligere il verso di salita anziché quello di discesa ed occorre una minima esperienza per non perdere la traccia.

Il primo tratto scende con stretti tornanti delimitati da staccionate in legno e sbuca dopo un facile guado a San Bartolomeo. Qui, oltrepassate le costruzioni, partono tre vie: una sterrata che scende verso valle, una che sale leggermente, mentre occorre tenersi sul sentiero centrale che si dirige verso il rado bosco. Si prosegue con qualche saliscendi oltrepassando la località indicata come la Tana dell’Orso fino a sbucare in un ampio prato in località La Vecchia con i resti di un possente edificio.

Attraversato il prato si imbocca la stradina asfaltata che scende, un cartello indica 45 minuti a Favaro. Dopo circa 350 metri si abbandona la stradina che gira verso sinistra per seguire le indicazioni del sentiero D1 sulla destra e passati alle spalle di una costruzione si inizia a scendere nel bosco lungo il Rio della Frua. Incontrato un bel ponticello di legno si attraversa il torrente portandosi sulla destra orografica e si prosegue lungo l’evidente sentiero. Passato accanto ad un rudere si prosegue nel bosco fino a sbucare in un altro grande prato dove il sentiero prosegue passando tra due cascinali e ritorna nel bosco per uscirne una ventina di minuti dopo appena sopra le case di Favaro. A questo punto non resta che rientrare all’auto passando tra le stradine del paese.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Autostrada A4 uscita Carisio. Seguire le indicazioni per la SR230 Biella-Vercelli. Dopo 1 km svoltare a sinistra in direzione Biella. Giunti a Biella proseguire seguendo le indicazioni per Pralungo. In uscita da Biella seguire le indicazioni per il Santuario di Oropa, Cossila, Favaro.

Vicino alla partenza del sentiero non ci sono parcheggi per cui occorre lasciare l’auto a Favaro dove abbiamo individuato tre zone possibili.

Coordinate parcheggio dal più vicino al più lontano:

  • N 45.598575° E 8.005268° piccolo parcheggio in centro
  • N 45.599705° E 8.003672° parcheggio Piazza Vergnasco (Cave)
  • N 45.598575° E 8.008733° parcheggio cimitero

Profilo e traccia GPS

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Video Traccia 3D

Leggende storia e curiosità

Tranvia Biella-Oropa – L’Ardita d’Italia

La tranvia Biella-Oropa è stata tra il 1911 e il 1958 un importante mezzo di collegamento tra il centro di Biella e il vicino Santuario di Oropa.

Il tram percorreva poco più di 14 km su sede stradale da Biella a Favaro per poi spostarsi su sede propria da Favaro a Oropa. Quest’ultimo tratto oggi è percorribile a piedi.

Era una vera e propria opera ingegneristica d’avanguardia tanto da meritarsi il titolo “Ardita d’Italia” poiché era la seconda linea tranviaria italiana a superare i 1000 metri di altezza e un dislivello di 742 metri senza l’ausilio della cremagliera.

Venne realizzata da un progetto del 1894 e inaugurata il 4 luglio 1911. La motivazione che ha spinto la realizzazione del progetto era costituita dalla crescente popolarità del turismo religioso diretto al Santuario di Oropa.

Fin da subito ebbe un notevole successo tanto da registrare oltre 200.000 viaggiatori nel primo anno di esercizio.

Il percorso partiva dalla stazione Biella “Giardini” che sorgeva di fronte alla stazione della tratta ferroviaria Biella Santhià, si dirigeva a Cossila e a Vecchia dove erano presenti gli sdoppiamenti dei binari per consentire gli incroci dei treni, passava da Favaro, sede degli uffici amministrativi e del deposito-officina e arrivava al Santuario passando vicino a Oropa Bagni importante centro idroterapico che attirava tantissime persone e rimasto in funzione fino agli anni ’50.

Il tracciato presentava diversi tornanti tra i quali uno elicoidale, lo spettacolare “Girone“, in cui la linea effettuava una curva di 360° per guadagnare quota ed era posto all’uscita dalla omonima galleria ancora oggi molto ben conservata.

Il numero sempre crescente di passeggeri, che nel 1925 raggiunse quasi il milione, favorì il costante ammodernamento dell’impianto con l’acquisto di nuove elettromotrici e nel 1927 l’aumento della tensione di linea da 750 a 2400 Volt.

Al termine della seconda guerra mondiale la linea registrò un vero record di passeggeri pari a 1.924.866 persone.

Nove anni più tardi nel 1954 il clima politico iniziò a cambiare e gli investimenti vennero spostati sempre più verso i trasporti su gomma tanto che il 29 marzo 1958 la tranvia venne soppressa e sostituita da un autoservizio.

Nell’estate dello stesso anno furono smantellati i binari, la linea aerea e le vetture vennero demolite. Per mantenere vivo il ricordo della tranvia nel 1997 l’associazione FerroviaBiellaOropa acquistò e restaurò esteticamente un’elettromotrice della tranvia di Locarno molto simile a quella in servizio sulla tratta Biella-Oropa e la posò a monumento presso il Santuario di Oropa dove oggi è visibile.

Fonti: