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Chaltwassersee o Kaltwassersee ancora gelato

Descrizione

Quota iniziale : 1992 m
Quota finale: 2747 m
Dislivello: 841 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 11,50 km
Tempo: 2:45 h solo andata escluse le soste

Prima escursione in territorio elvetico con partenza dal Passo del Sempione per raggiungere il lago Chaltwassersee o Kaltwassersee proprio ai piedi dell’omonimo ghiacciaio.

Il percorso non presenta grandi difficoltà per gli adulti ma l’attraversamento di alcuni guadi con e senza passerelle potrebbe impensierire non poco in presenza di bambini. Proprio per questo consigliamo la percorrenza solo ai più grandicelli dai 10-12 anni, con passo sicuro e accompagnati da adulti esperti. Queste raccomandazioni si riferiscono alla situazione che abbiamo trovato noi ossia con i torrenti carichi di acqua e i guadi in parte sommersi.

Lasciata l’auto nel parcheggio gratuito al Passo del Sempione di fronte all’Hotel Monte Leone ci dirigiamo su strada asfaltata verso l’imponente costruzione dell’Hospice du Simplon.

Dall’altro lato della strada si scorge la celebre Aquila in pietra del Sempione fatta costruire da alcuni ufficiali della XI Brigata Alpina dell’esercito svizzero a rappresentare la fierezza e l’indipendenza del popolo svizzero.

Il sentiero parte proprio a sinistra dell’Hospice dove si trova anche un pannello illustrativo coi vari percorsi.

Imbocchiamo la stradina asfaltata che sale verso le case di Rôtelsch superate le quali inizia il sentiero vero e proprio. Il colpo d’occhio verso valle è notevole e dopo circa 20 minuti arriviamo ad un colletto oltre il quali si procede praticamente in piano con un ruscelletto suggestivo di fianco. Un cartello indica che mancano 2 ore e 15 minuti al Chaltwasserpass (o Kaltwasserpass).

Terminato questo primo tratto in falsopiano occorre affrontare il primo guado sui sassi e pochi minuti dopo un secondo attraversamento su una passerella seguito da un terzo sempre su passerella. Ora il sentiero incomincia a salire più deciso per superare varie balze rocciose. Man mano che si sale l’erba lascia il posto alle rocce e presto ci ritroviamo su una placca rocciosa levigata che asciutta non crea problemi ma in caso di bagnato potrebbe impensierire non poco.

Affrontiamo un’altra passerella e riprendiamo a salire decisi su ripide rocce rossicce fino a giungere all’ultimo guado ma anche il più problematico. Già al mattino l’inizio della passerella è sottacqua e per raggiungerlo occorre guadare passando sui pochi sassi non del tutto immersi ma alla fine riusciamo a passare senza bagnarci.

In presenza di bambini e in queste condizioni di acqua occorre valutare molto bene se passare oppure fermarsi qui anche perché di solito al pomeriggio la portata d’acqua aumenta e potrebbe essere un bel problema riattraversare così come è capitato a noi. La passerella che all’andata era solo un po’ bagnata, al ritorno era per metà sotto 15 cm abbondanti di acqua impetuosa che portava verso valle anche pietre delle dimensioni di un grosso melone. Al termine della passerella c’erano ancora un paio di metri nell’acqua tutt’altro che calma per cui per passare abbiamo dovuto entrare in acqua fin quasi al ginocchio facendo attenzione di non centrare qualche pietra rotolante ma alla fine, anche se un po’ zuppi, siamo passati.

Dopo questo guado la situazione si normalizza, il sentiero sale ripido sulla morena per poi risalirla a balze fino ai piedi dell’ultimo sbarramento. Il sentiero ufficiale piega a sinistra ma per evitare un nevaio decidiamo di salire su una traccia che affronta la salita dritto per dritto e in pochi minuti siamo in cima.

Da qui la vista è stupenda anche se il Chaltwassersee (lago di Acqua Fredda) è ancora quasi completamente gelato. Di fronte a noi un centinaio di metri più in alto sulla sinistra si scorge la Monte Leone Hütte mentre sulla destra fa bella vista il Chaltwassergletscher (ghiacciaio di Acqua Fredda) e proprio di fronte la Bocchetta di Aurona che si affaccia all’Alpe Veglia.

Dopo una meritata pausa pranzo con vista decidiamo di scendere in direzione della Bocchetta. Attraversiamo un paio di nevai pianeggianti ma arrivati a una settantina di metri di metri dalla meta un terzo nevaio, questa volta abbastanza inclinato e con neve marcia ci fa desistere. Purtroppo, non abbiamo con noi i ramponcini e sarebbe troppo pericoloso affrontare il traverso inclinato solo con gli scarponi visto che una scivolata ci porterebbe dritti nel lago ghiacciato.

Ritorniamo sui nostri passi e risaliamo sulla morena per affrontare il percorso di rientro questa volta lungo la cresta sud ovest. Dopo un brevissimo tratto in cui occorre prestare un minimo di attenzione il sentiero prosegue tranquillo fino ad incontrare dopo una decina di minuti il percorso del mattino e scendere a valle rifacendo lo stesso percorso dell’andata.

 

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N 46.245863° E 8.024667°

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