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Croce di vetta della Massa del Turlo

Descrizione

Quota iniziale : 1227 m
Quota finale: 1959 m
Dislivello: 771 m (comprese le perdite di quota)
Distanza totale A/R: 9,18 km
Tempo: 2:14 h solo andata escluse le soste, 4:00 h intero giro

Per l’uscita di oggi abbiamo scelto una salita classica della Valsesia la Massa del Turlo o Monte Giandolino come viene anche chiamata questa vetta.

Le possibilità di accesso sono essenzialmente tre: la meno agevole da nord per il Passo della Forcolaccia, da est partendo dall’Alpe Camasca oppure la più breve da sud partendo dall’Alpe Le Piane di Cervarolo che abbiamo scelto oggi.

L’itinerario non presente difficoltà ed è adatto a tutti con un minimo di allenamento anche se essendo per un lungo tratto in cresta pur non essendo esposto in presenza di bimbi piccoli è consigliato in alcuni brevi tratti tenerli per mano.

Lasciata l’auto a bordo strada nei pressi dell’Alpe Le Piane (pochi posti per cui è consigliato arrivare presto) dove termina l’asfalto prima del divieto di transito imbocchiamo il sentiero 620 che parte pochi metri dalla comoda fontana dove è possibile fare rifornimento di acqua essendo assente lungo tutto l’itinerario.

Passata la cappella della Madonna della Neve attraversiamo su prati l’Alpe dirigendoci a nord, la nostra meta è già ben visibile in lontananza.

In circa un quarto d’ora arriviamo ad un bivio in prossimità della Sella Vaneccio dove occorre tenere la destra. La salita è costante ed attraversa prima una bella faggeta e successivamente un bosco di betulle.

In circa mezz’oretta si esce all’aperto e si scorge la Cima di Ventolaro la prima vetta di giornata. Proseguiamo per un tratto sulla larga cresta tenendo a destra la Val Bagnola e a sinistra la Val Sabbiola.

Lasciata la cresta il sentiero prosegue a mezza costa sul lato est salendo dolcemente fino ad impennarsi prima di giungere alla Cima di Ventolaro da dove la nostra meta sembra un po’ più vicina. Ci fermiamo qualche minuto per contemplare il percorso appena fatta ed ammirare la selvaggia Val Sabbiola con gli alpeggi di Colmetto e Campo anche se le nuvole limitano di molto il panorama.

Proseguiamo il cammino e dopo aver perso qualche decina di metri di dislivello continuiamo a percorrere la cresta che dopo alcuni brevi strappetti ci porta sotto l’anticima che aggiriamo da est.

A questo punto la vetta è ormai vicina e non ci resta che percorrere l’ultimo breve tratto per arrivare ai piedi della croce di vetta (2:15 h dalla partenza escluse le soste). Purtroppo il tempo nel frattempo è peggiorato e il panorama è precluso. Dopo aver firmato il libro di vetta ci fermiamo sul grande tavolo in pietra per una breve pausa pranzo, fa freddo e minaccia pioggia per cui decidiamo di scendere subito. L’itinerario della discesa ripercorre lo stesso sentiero della salita tra primule pedemontane, genziane ed anemoni e una rapida occhiata da lontano ai ruderi dell’Alpe Ghignole. Di tanto in tento ci voltiamo per vedere la cima ma le nubi si ammassano sempre più minacciose.

 

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