Al momento stai visualizzando Basso Vergante – Monte Camoscio e Monte Crocino (giro ad anello)
Croce del Monte Camoscio

Descrizione

Quota iniziale : 286 m
Quota max: 1021 m
Dislivello: 580 m al Monte Camoscio e 845 m intero giro comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 10,00 km
Tempo: 1:30h al Monte Camoscio – 4:00 h intero giro escluse le soste

Dopo più di un mese di arresto forzato ritorniamo in montagna con un giro ad anello nel Basso Vergante che non presenta alcuna difficoltà tecnica pur avendo qualche brevissimo tratto attrezzato con facili catene. Il percorso non è mai esposto o pericoloso però la salita è a tratti abbastanza ripida e con qualche alto gradone; pertanto, lo riteniamo adatto ai bimbi dai 6-7 anni abbastanza allenati. I più piccoli e meno allenati possono fermarsi al museo dei Picasass per una merenda nella natura e un tuffo nel passato di questo duro lavoro oppure salire in vetta del Monte Camoscio per poi ridiscendere lungo la stessa via della salita limitando così l’escursione sia in dislivello (580 m) che in chilometri (6.2 km A/R).

Lasciata l’auto in uno dei parcheggi liberi a bordo strada in località Tranquilla di Baveno troviamo subito le indicazioni dell’inizio del sentiero VM3 dei Picasass, così denominato poiché in passato era utilizzato dai cavatori, detti nel dialetto locale picasass, per recarsi alle cave di granito rosa sui versanti del Mottarone.

Un’occhiata alla nostra meta ed imbocchiamo via privata Tranquilla che subito parte in decisa salita. In pochi minuti oltrepassiamo l’autostrada Voltri-Sempione sopra la galleria Serva Spessa, qui un cartello ci ricorda che ci vorranno 1:45h per arrivare in vetta del Monte Camoscio. Subito dopo troviamo il pannello esplicativo che indica la partenza vera e propria del Sentiero dei Picasass.

Proseguiamo sulla strada lastricata che in circa dieci minuti ci porta al museo a cielo aperto degli scalpellini dove sono stati allestiti molti pannelli esplicativi della dura vita in cava nonché molti semilavorati in granito, tra i quali spicca anche una lastra con inciso il celebre gioco del Filetto o Mulino molto in voga sulle nostre montagne. È questa una possibile meta per i più piccoli.

Proseguendo dritto si arriverebbe alle vie ferrate mentre girando a sinistra si rimane sul sentiero VM3 che ora diventa un vero e proprio sentiero. Svoltiamo e dopo pochi minuti incontriamo un bivio dove proseguiamo sulla destra mentre torneremo dal sentiero che prosegue dritto. Qui è stato posto un “libro di vetta” dove è possibile lasciare una traccia del proprio passaggio scrivendo un pensiero.

La salita continua con pendenza costante nel bosco. Dopo circa venti minuti dal museo arriviamo ad una balma utilizzata come deposito materiali, purtroppo oggi è nuvoloso e il panorama è limitato. Continuiamo a salire lungo il sentiero che di tanto in tanto presenta gradini di legno che facilitano la salita nei tratti più ripidi e subito dopo troviamo il primo brevissimo punto attrezzato con una catena e alcuni gradini metallici.

Proseguiamo altri dieci minuti e troviamo un piccolo tratto su roccia anch’esso attrezzato con catene ma ormai manca poco e superato il bivio per il rifugio papà Amilcare che prenderemo in discesa troviamo l’ultimo tratto su roccette attrezzato anch’esso con una catena che ci condurrà alla croce del Monte Camoscio. In realtà questa è l’anticima del monte Camoscio quella più panoramica perché la cima vera e propria è un po’ più a ovest e la raggiungeremo a breve.

Purtroppo, è salita la nebbia e il panorama che da qui dovrebbe essere strepitoso è precluso dalle nubi per cui dopo qualche discutibile foto decidiamo di proseguire il nostro giro ad anello. In presenza di ragazzini poco allenati è possibile ridiscendere da qui seguendo lo stesso sentiero della salita accorciando l’escursione.

Ridiscendiamo il tratto con la catena e torniamo al bivio citato poco fa per proseguire a destra verso il rifugio ANA dedicato a papà Amilcare che si trova in una bella radura raggiungibile in un minuto.

Seguendo i cartelli che indicano Alpe Vedabia un’ora, continuiamo il nostro cammino salendo una piccola balza rocciosa che ci conduce alla vera vetta del Monte Camoscio.

Rimaniamo sul sentiero VM3 che inizialmente perde qualche decina di metri di quota per poi iniziare a risalire in vista del Monte Crocino prossima nostra meta. Aggiriamo lo sperone roccioso da est fino a trovare il bivio che in pochi minuti di sentiero con qualche breve tratto poco agevole ci porta alla croce di vetta del Monte Crocino. Anche da qui si godrebbe di un grande panorama ma non oggi, solo nuvole. Ci fermiamo per una breve pausa pranzo per poi ripartire ripercorrendo il sentiero fino al bivio lasciato poco prima e proseguendo verso destra.

Ha inizio ora un piacevolissimo tratto in un bosco di betulle che alterna tratti in piano a tratti in discesa che ci conduce ai resti dell’Alpe Vedabia.

Proseguiamo ora sulla destra per poche decine di metri fino al bivio col sentiero VM2 per Baveno a sinistra. Iniziamo a scendere lungo questo sentiero che intervalla tratti a mezza costa a tratti in ripida discesa fino ad un bivio dove lasciamo il sentiero VM2 che prosegue a destra per prendere il VM3a a sinistra. Il cartello indica che mancano 45 minuti a Baveno.

Continuiamo a scendere, passiamo un caratteristico guado e dopo una mezz’oretta arriviamo al bivio del mattino dove avevamo girato a destra per salire in vetta al Monte Camoscio. Lasciamo un pensiero sul “libro di vetta” citato più sopra e in un minuto siamo di ritorno al museo degli scalpellini. Ora non ci resta che ripercorrere la strada lastricata della salita prima e asfaltata poi fino a raggiungere l’auto.

 

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