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Panorama verso est dal Monte Morissolino

Descrizione

Quota iniziale : 1242 m
Quota finale: 1410 m
Dislivello: 317 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 5,50 km
Tempo: 1:45 h intero giro escluse le soste

Quella di oggi pur essendo una breve passeggiata di paio d’ore presenta alcuni brevissimi tratti non adatti ai più piccoli pertanto, durante la descrizione, evidenzieremo di volta in volta i passaggi più impegnativi e indicheremo come evitarli in presenza di bimbi piccoli.

Si tratta di un giro ad anello di poco più di 5 chilometri e 300 m di dislivello che offre in giornate limpide panorami incredibili e spunti storici da raccontare ai ragazzini più grandicelli.

Superato il Centro Auxiologico di Piancavallo proseguiamo lungo la strada che porta a Colle e qualche centinaio di metri più avanti troviamo un comodo parcheggio dove lasciamo l’auto.

Ritorniamo indietro su asfalto fino a raggiungere l’inizio della linea Cadorna indicata da diversi pannelli esplicativi. Un cartello indica 45 minuti di percorrenza per le gallerie e un’ora per la cima del Monte Morissolo. In realtà, nonostante il nostro passo tranquillo, ci abbiamo messo poco più di metà del tempo indicato a raggiungere le gallerie e la cima.

Ci avviamo lungo la strada militare che si snoda per circa 2,3 chilometri a mezzacosta regalandoci fin da subito panorami incantevoli verso il Lago Maggiore. La passeggiata è molto piacevole e in mezz’oretta arriviamo prima ad un colletto crocevia di sentieri e poi alle gallerie. Le prime due sono semplici tunnel molto brevi mentre la terza è più lunga ed articolata e pur essendoci all’interno diversi interruttori per l’illuminazione, si consiglia di munirsi di torcia nel caso la luce non funzionasse.

Dopo un primo tratto quest’ultima galleria di divide in due: a sinistra si prosegue verso tre ampie sale in caverna che dovevano ospitare una batteria di cannoni con canna rigata in acciaio di calibro 149,1 mm che sparavano proiettili da 80 Kg con una gittata di 14 Km puntati verso nord e nord-est per coprire la Val Cannobina e la strada costiera del Lago Maggiore, mentre proseguendo a destra si esce verso il lago.

All’uscita di questa galleria, salendo i gradini a sinistra, è possibile visitare l’osservatorio in caverna sovrastante all’interno del quale notiamo le quattro feritoie che permettono un’ottima visuale.

Ritornati all’esterno il percorso riprende accanto alla scaletta con un tratto di roccette leggermente esposte dove in alcuni casi occorre appoggiare le mani. In presenza di bimbi piccoli o persone che soffrono di vertigini proseguire è sconsigliato ma sarebbe opportuno ripercorrere la strada appena fatta fino a raggiungere il colletto sopra citato e da lì prendere il sentiero in salita verso la vetta del Monte Morissolo evitando così il tratto esposto.

Con cautela proseguiamo e in un paio di minuti raggiungiamo uno sperone roccioso caratterizzato da tre croci metalliche e successivamente la vera vetta del Monte Morissolo a 1313m di altitudine. Da qui la vista è magnifica sia verso le montagne della Val Grande e della vicina Val Vigezzo che verso il Lago Maggiore e la vicina Luino.

Dopo una pausa contemplativa riprendiamo il nostro giro imboccando il sentiero che scende verso il colletto e successivamente ignoriamo la strada militare a sinistra percorsa all’andata per prendere il sentiero a destra verso Colle ma che abbandoniamo dopo poche decine di metri per prendere una deviazione non segnalata sulla sinistra che prosegue salendo lungo la dorsale. Questo tratto non presenta alcuna difficoltà pur non essendo segnalato ed è adatto a tutti.

Proseguiamo in salita in un bel bosco di faggi fino a raggiungere alcune postazioni militari rivolte verso il lago mentre alle spalle il Monte Zeda, le Rocce del Gridone e il Monte Limidario sono ancora coperte di neve.

Con piccoli strappi ci portiamo su una dorsale panoramica che in breve ci porta in vetta del Monte Morissolino a quota 1410 metri dove troviamo alcune incisioni. Questa cima pur non essendo molto frequentata è estremamente panoramica e la vista spazia a 360°.

Per chiudere l’anello e tornare alla macchina imbocchiamo il sentiero che scende ripido verso sud. Anche questo tratto, pur non essendo esposto, presenta qualche gradone un po’ alto per i più piccoli, pertanto in loro presenza, converrebbe rientrare ripercorrendo il sentiero fin qui seguito fino alle costruzioni militari da dove si stacca una stradina che scende verso linea Cadorna da dove rientrare comodamente.

Con bambini in po’ più grandicelli (7/8 anni) è possibile invece proseguire e dopo una ripida discesa si giunge ad un pianoro dove sulla destra si stacca una stradina che in pochi minuti ci porta alla strada asfaltata che seguiamo verso valle e dopo poche centinaia di metri fino all’auto.

 

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Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale al parcheggio:
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Oppure digita le coordinate del parcheggio sul tuo gps
N 46.011806° E 8.629756°

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Leggende storia e curiosità

La “Linea Cadorna”

La Linea Cadorna è un sistema di fortificazioni militari che doveva difendere il confine nord dell’Italia a ridosso della Svizzera. Le linee fortificate proteggevano il territorio italiano tra il Gran San Bernardo e la Valtellina. Nel VCO esse coprono un dislivello di 2000 m tra la piana del Toce e il Monte Massone e fra il Lago Maggiore e il Monte Zeda. Furono costruite nel corso della prima guerra mondiale tra il 1916 e il 1918 in funzione difensiva a fronte di un eventuale attacco austro-tedesco attraverso la Svizzera e furono volute dal generale Luigi Cadorna.

Il generale Luigi Cadorna fu capo di stato maggiore dell’esercito italiano fino al 1917.
Era originario di Pallanza sul Lago Maggiore e proveniva da una nobile famiglia di tradizioni militari. Il padre Raffaele nel 1870 guidò la conquista di Roma attraverso la “Breccia di Porta Pia”.

La Linea Cadorna comprende un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d’artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, centri di comando. Il sistema difensivo vide la costruzione di 72 km di trincee, 88 baraccamenti, 296 km di strade camionabili e 398 km di mulattiere.
Furono impiegati 15-20.000 operai con punte di 30.000 nella primavera del 1916. Non vennero mai utilizzate per il successivo decadere delle strategie militari legate alla “guerra di posizione”.

Oggi la Linea Cadorna rimane come un patrimonio di sentieri per l’escursionismo e uno stupefacente complesso di archeologia militare. Una lezione della Storia per cui queste strade di guerra sono diventate sentieri di pace.

Tratto dai pannelli della “Comunità Montana Alto Verbano”