Descrizione
Quota iniziale : 786 m
Quota finale: 1492 m
Dislivello: 913 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 17,20 km
Tempo: 5:30 h escluse le soste
L’escursione di oggi è un giro ad anello piuttosto lungo con più di 17 chilometri e 900 metri di dislivello che prevede la salita al famoso Mottarone lungo un itinerario non molto frequentato con partenza da Alpino frazione di Gignese. Per buona parte della salita si ripercorre il tracciato dell’antica ferrovia che collegava Stresa al Mottarone per proseguire poi con la salita al vicino Monte Zughero e il ritorno ad Alpino.
L’intero percorso non presente nessuna difficoltà tecnica o tratti esposti pertanto è adatto a tutti con un buon allenamento vista la lunghezza e il dislivello. L’unico punto di attenzione è un breve tratto del sentiero VM3 (circa venti minuti) che dal Monte Zughero scende verso l’Alpe Vedabia che è un po’ rovinato e che, pur non essendo pericoloso, sconsigliamo in presenza di bimbi sotto i 7-8 anni. Dal parcheggio fino al parco avventura, inoltre, non ci sono indicazioni pertanto occorre avere una buona cartina oppure una traccia GPX.
Lasciata l’auto nel parcheggio gratuito nei pressi della vecchia stazione Alpino dell’ex ferrovia Stresa Mottarone percorriamo poche decine di metri di Via Pianezza per svoltare subito a sinistra in Via Madonna delle Nevi che ben presto diventa sterrata. Al primo bivio svoltiamo a destra e proseguiamo sempre dritto fino a sbucare sulla strada asfaltata che seguiamo a sinistra in salita.
Dopo poche centinaia di metri lasciamo la strada principale che sale a destra e svoltiamo a sinistra e subito dopo lasciamo l’asfalto per svoltare a destra imboccando una sterrata. Inizia ora il tratto che ricalca il tracciato dell’ex ferrovia Stresa Mottarone che prosegue sempre dritto con pendenza costante.
Proseguiamo per circa quaranta minuti fino ad incrociare la strada privata Borromea che sale verso la vetta, la attraversiamo, e continuiamo sul tracciato della ferrovia fino ad arrivare in una decina di minuti all’ex stazione Conte Borromeo dove si trova anche un Parco Avventura.
Qui troviamo le prime indicazioni del sentiero VL1 che prosegue dritto accanto al parco sempre ricalcando il tracciato dell’ex ferrovia.
Dopo circa venti minuti un cartello indica la deviazione per i ruderi dell’Oratorio di Santa Eurosia del 1541 così decidiamo di fare una brevissima deviazione per visitare ciò che rimane nel sito religioso.
Ritornati su nostri passi riprendiamo la salita che di tanto in tanto presenta evidenti tracce dell’antica ferrovia. Ignorando le deviazioni laterali arriviamo presto in vista della stazione di arrivo dell’ex funivia Stresa Mottarone tristemente famosa per la tragedia che si è consumata nel 2021.
Poco dopo il sentiero prosegue sulla sinistra ma noi decidiamo di tagliare un po’ il percorso e proseguiamo dritto fino a fine traccia proprio sotto la stazione della funivia dove siamo costretti a risalire per qualche decina di metri dritto per diritto per riprendere il sentiero ufficiale e sbucare nei pressi del parcheggio dell’Albergo Eden.
Non ci resta che svoltare a destra e risalire su strada asfaltata, da dove si intravede la nostra prossima meta, fino ad un piazzale, qui abbandoniamo la strada e saliamo verso la vetta risalendo la pista da sci ormai chiusa.
In pochi minuti siamo in cima ma purtroppo la nebbia non permette di vedere nulla e dopo pochi minuti decidiamo di scendere verso i parcheggi lungo la pista da sci baby per fermarci al rifugio affollato di turisti saliti in auto o in moto. Giusto il tempo di un cappuccino e ripartiamo imboccando via Mottarone. Giunti al piazzale dal quale eravamo saliti in vetta svoltiamo a sinistra imboccando in discesa il sentiero VM3 per il Monte Zughero che danno a quaranta minuti.
Inizialmente seguiamo una pista da sci ormai inerbita fino ad un bivio in cui svoltiamo a destra e proseguiamo sempre su sentiero VM3 ormai in vista del Monte Zughero.
Passiamo accanto ad una conformazione rocciosa chiamata Ippopotamo e dopo un breve discesa svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per arrivare in pochi minuti ad un ponticello sul rio Selva Spessa e subito dopo al Rifugio Alpe Nuovo del Cai di Baveno. Ci fermiamo qualche minuti per rivedere l’Ippopotamo ma anche il vicino Coccodrillo.
Proseguiamo ora lungo il sentiero e in una manciata di minuti giungiamo ad una bocchetta da dove, a sinistra, si stacca il sentiero per la vetta del Monte Zughero che raggiungiamo in un paio di minuti. Ovviamente anche da qui, causa nebbia, non si vede nulla, sarà per la prossima volta.
Ritorniamo alla bocchetta e riprendiamo la discesa lungo il sentiero VM3 che per i primi venti minuti è abbastanza rovinato per poi trasformarsi in una larga mulattiera da dove improvvisamente riusciamo a scorgere l’Isola Madre comparsa improvvisamente della nebbia come un fantasma.
Ora la discesa si fa molto veloce nella faggeta fino ad arrivare ad intercettare la strada che scende dall’Alpe Vedabia. Seguendo le indicazioni svoltiamo a destra e proseguiamo spediti. In venti minuti arriviamo all’Alpe Cavallaccio col suo laghetto per la pesca sportiva e dove si può ammirare anche un derrik fatto a mano dai fabbri battitori per il sollevamento dei sassi della vicina cava.
Dopo una salita proseguiamo praticamente in piano fino a giungere ad un bivio dove abbandonata la strada che scende verso Stresa svoltiamo a destra per salire un paio di tornati. Ha inizio ora un tratto di circa un chilometro e mezzo in leggera salita, l’ultima della giornata. Terminato questo tratto riprendiamo a scendere, superiamo la stazione intermedia della funivia e continuiamo su strada che ora diventa asfaltata. Oltrepassiamo il giardino Botanico Alpinia e proseguiamo per circa cinquecento metri fino ad una strada che sale sulla destra e sembra diretta ad una proprietà privata (non ci sono indicazioni) ma proprio a sinistra del cancello parte un sentiero inerbito che in pochi minuti ci porta sulla strada asfaltata soprastante che imbocchiamo in discesa e che ci porterà in pochi minuti alla macchina.
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