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Cascate dell'Orrido Paradiso dei Cani

Descrizione

Quota iniziale : 381 m
Quota massima: 444 m
Dislivello: 279 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 4,30 km
Tempo: 1:30 h intero giro escluse le soste

Quella di oggi è una mini-escursione di un’oretta e mezza escluse le soste, ai margini del Parco Nazionale della Val Grande a visitare il famoso “Ponte Romano” e l’Oratorio di Inoca. Il percorso non presenta nessuna difficoltà ed è adatto a tutti, se ne consiglia la percorrenza dopo un periodo di piogge per poter ammirare le cascate nei pressi del ponte col massimo della portata d’acqua.

La partenza può essere fatta indifferentemente da Rovegro oppure da Cossogno, noi abbiamo optato per quest’ultima località.

Lasciata l’auto nel comodo parcheggio gratuito ad inizio paese risaliamo subito verso la piazza della chiesa dove troviamo i primi cartelli che indicano il sentiero R01 per il Ponte Romano.

Ci avviamo lungo la stradina che parte proprio di fronte alla chiesa e percorre tutto l’abitato tra belle fontane e caratteristiche abitazioni fino ad arrivare dall’altra parte del paese dove inizia sia la mulattiera che scende verso il “Ponte Romano” che quella che sale verso l’Oratorio di Inoca.

Come prima cosa decidiamo di scendere imboccando la bella mulattiera che in circa 10 minuti ci porta in vista del celebre “Ponte Romano”. In realtà, nonostante il nome, attribuito pare da qualche visitatore del ‘800 rimasto affascinato da quest’opera a tal punto da ritenerla di epoca romana, non si tratta di un vero ponte romano risalendo la sua costruzione al 1773 come indica una pietra murata su una fiancata del ponte.

Originariamente costruito in legno e più volte distrutto dalle “buzze”, le frequenti piene del torrente San Bernardino, è stato successivamente edificato in pietra in un solo arco e congiunge il territorio di Rovegro a quello di Cossogno.

Sotto al ponte si può ammirare un bellissimo orrido chiamato curiosamente “il Paradiso dei Cani” probabilmente per la triste consuetudine, in tempi passati, di gettare da questo ponte le cucciolate indesiderate di cani e gatti che non si riusciva a sfamare.

Dal ponte nei periodi di forti piogge è possibile ammirare una serie di spettacolari cascate che si gettano nel torrente San Bernardino creando un paesaggio unico.

Dopo una pausa contemplativa risaliamo il versante opposto fino a raggiungere una cappellina dedicata alla Madonna di Caravaggio. Ripercorriamo poi lo stesso sentiero della discesa e in pochi minuti ci ritroviamo al bivio dove parte il sentiero P00 per l’Oratorio di Inoca. Prendiamo questa bella mulattiera che costeggia in alto il torrente e in 10 minuti siamo in vista della chiesetta.

Questo oratorio, risalente al 1630, fu costruito su una preesistente cappelletta dedicata alla Madonna di Re patrona del parco. Si compone di tre edifici: l’Oratorio della Natività della Beata Vergine Maria costruito nel 1633, l’Oratorio della Beata Vergine di Re innalzato durante gli ampliamenti tra il’600 e il ‘700 e la cosiddetta “Casa dei Banditi” già presente nel 1646 così chiamata perché durante le epidemie di peste era adibita a lazzaretto.

Il toponimo Inoca sembra derivare dal termine dialettale Ocha che significa acqua, molto abbondante in questo luogo.

Di fronte all’oratorio si trova la Pineta di Inoca costituita in realtà da abeti rossi piantati dopo la Prima guerra mondiale in ricordo di ogni cossognese che perse la vita nel conflitto.

Dopo aver gironzolato un po’ attorno alla chiesetta e all’area attrezzata circostante veniamo attirati da una mulattiera delimitata da muretti a secco che parte proprio alle spalle della chiesa e da un cartello su un albero che indica Cossogno via al Cornale. Incuriositi decidiamo di percorrerla anche perché non è indicata sulla nostra mappa cartacea e nemmeno su quella del GPS.

Dopo un breve tratto di ripida salita si giunge ad un pianoro dove sorge una casa isolata. Proseguendo si raggiunge un rudere senza nome, oltre il quale svoltando leggermente a destra si giunge ad un punto panoramico da dove si scorge l’abitato di Rovegro. Qui la traccia si perde tra rovi e foglie per cui decidiamo di ritornare sui nostri passi rientrando all’oratorio di Inoca da dove ritorniamo a Cossogno ripercorrendo lo stesso itinerario della salita.

 

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N 45.964210° E 8.510541°

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