Al momento stai visualizzando Colline Novaresi – Cima La Pelosa e Motto della Capretta (Giro ad anello)
Panorama dalla cima La Pelosa

Descrizione

Quota iniziale : 396 m
Quota finale:396 m
Dislivello: 385 m circa di saliscendi
Distanza totale A/R: 7,76 km
Tempo: 2:30 h escluse le soste

Facile passeggiata pomeridiana adatta a tutti tra i vigneti dei celebri Nebbioli del Boca DOC verso cima La Pelosa e gli affioramenti vulcanici del supervulcano della Valsesia (approfondimento in Leggende e Curiosità).

Lasciata l’auto nel grande parcheggio davanti all’ingresso del Santuario SS Crocifisso di Boca, ci dirigiamo verso la sbarra che delimita l’area di parcheggio di fronte alla quale inizia il nostro itinerario. Attraversata la SP32 imbocchiamo la poderale che si addentra nel bosco e subito siamo circondati da ciuffetti di primuledenti di cane e composizioni varie. In pochi minuti arriviamo ad un primo bivio dove occorre tenere la destra. La stradina diventa presto grezzamente asfaltata salendo verso le vigne dove vengono coltivati i Nebbioli del celebre vino Boca DOC resi speciali proprio grazie al terreno vulcanico ricordo del supervulcano della Valsesia. Seguendo la strada principale ci ritroviamo tra i filari da dove partono tantissime deviazioni laterali ed occorre prestare attenzione a seguire una mappa oppure, come nel nostro caso, la traccia gps. Continuiamo a seguire la gippabile fino a vedere, un po’ più in alto rispetto al percorso, una casetta isolata.

Dopo poche decine di metri la strada si biforca, dritto si sale alla casetta e alle vigne mentre noi dobbiamo tenere la destra e scendere fino a guadare un piccolo rigagnolo. Saliti dal lato opposto incontriamo un pannello datato 2001 decorato coi bellissimi lavoretti della scuola d’infanzia di Boca. Poco più avanti incrociamo la strada vicinale alle Piane che percorriamo svoltando a sinistra. Rimanendo sulla strada principale arriviamo ad una casa isolata denominata Casa Gialla località Le Piane. Superata la casetta rimaniamo sulla poderale ancora per una decina di minuti fino a raggiungere sulla sinistra l‘inizio del sentiero per la Cima La Pelosa. Iniziamo a salire lungo il sentiero che costeggia una casetta oltrepassata la quale, dopo aver svoltato a sinistra, troviamo sulla destra l’inizio del sentiero 778 per La Pelosa. Il sentiero sale fino ad un punto panoramico vicino ad un cancelletto di legno che impedisce agli animali selvatici di rovinare le coltivazioni. Passato il cancelletto il sentiero sale nel bosco dove troviamo diverse tracce del passaggio dei cinghiali che spiegano la presenza dei fili elettrificati e dei cancelletti lungo il percorso.

In breve arriviamo ad un altro cancello che ci porta ad attraversare nuovamente i vigneti seguendo gli evidenti segni bianco rossi. Varcato l’ennesimo cancelletto proseguiamo nel bosco fino ad incontrare un bivio. Svoltiamo a destra seguendo le indicazioni e immediatamente dopo teniamo la sinistra e iniziamo la breve salita che ci porterà  all’affioramento vulcanico de La Pelosa (658 m), punto panoramico da dove è possibile ammirare uno splendido panorama a 360° e se si è fortunati anche il volo di uno dei veleggiatori indicati dal pannello esplicativo. Ci fermiamo ad ammirare il paesaggio consapevoli ed un po’ emozionati di essere sulle rocce che un tempo facevano parte di una estremità della caldera del supervulcano della Valsesia il cui diametro è stato stimato fosse almeno di 15 chilometri.

Consumato il meritato spuntino riprendiamo il percorso lungo il sentiero 777 che scende verso ovest tra le rocce vulcaniche. Il tratto pur essendo breve e non pericoloso è comunque ripido e scivoloso a causa delle foglie cadute pertanto si consiglia prudenza in presenza di bambini. In breve il sentiero si congiunge con quello che passava più in basso evitando la cima e prosegue sulla destra verso la Croce del Teso. Dopo una ventina di minuti su poderale incrociamo a sinistra la deviazione per la Croce del Teso che ignoriamo poiché siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia e il sole incomincia a calare per cui proseguiamo fino all’incrocio dove a sinistra parte il traverso che ci condurrà al Motto della Capretta (680m) altro punto panoramico sulla pianura e sul parco del Monte Fenera dove eravamo già stati lo scorso anno partendo però da Iselle..

Proseguiamo verso sud sul sentiero 777 che corre lungo la linea di confine tra i comuni di Boca a est, quello di Grignasco a ovest e Prato Sesia a sud come ci ricorda il cippo che incontriamo lungo il sentiero. In breve giungiamo al sentiero di raccordo che scende diretto verso il Santuario pertanto abbandoniamo il sentiero principale e scendiamo a sinistra. Passiamo accanto ai ruderi di due fabbricati e dopo un paio di tornanti siamo in vista della SP32. Arrivati alla provinciale svoltiamo a sinistra e seguiamo la strada asfaltata per un breve tratto fino a giungere a Podere ai Valloni dove prendiamo a destra la poderale che, evitando la strada più trafficata, si snoda attraverso i filari fino a giungere al retro del Santuario e quindi al parcheggio per chiudere l’anello.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Cartina La Pelosa

Accesso stradale: Autostrada A26 uscita Romagnano Sesia/Ghemme. Proseguire sulla SP 299 direzione Romagnano Sesia. Dopo 2,4 Km alla rotonda prendere la prima uscita per Arona. Seguire la strada per 2,5 km poi alla rotonda prendere ancora la prima uscita per Arona. Proseguire per 1,6 km e svoltare a sinistra per Boca, Dopo 1,5 km alla rotonda svoltare a destra e proseguire per 4.5 km seguendo la strada fino al Santuario di Boca dove è possibile parcheggiare nell’ampio parcheggio. 

Coordinate parcheggio: N 45.686519° E 8.392733°

Profilo e traccia GPS

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Video Traccia 3D

Leggende storia e curiosità

Il Supervulcano della Valsesia

Circa 290 milioni di anni fa nella zona che sarebbe diventata la Valsesia tra i comuni di Balmuccia e Prato Sesia era attivo un enorme vulcano le cui imponenti eruzioni, in grado di modificare il clima. diedero vita alla formazione di una caldera (ovvero uno sprofondamento) del diametro si pensa di circa 15 chilometri.

Dopo un periodo di attività molto intensa il vulcano si calmò fino a collassare su sé stesso.

Circa 50 milioni di anni fa lo scontro tra la placca Africana e quella Europea che provocò l’innalzamento della crosta terrestre dando origine alle Alpi sollevò e torse anche l’intera struttura del vulcano, portando alla luce tutto l’apparato magmatico ormai fossile che un tempo stava sotto il vulcano a una profondità di circa 25 chilometri e che ora qui e solo qui nel mondo è visibile. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito www.supervulcano.it e alla visione del video dell’intervista ad Alice Freschi, Presidente della Associazione Geoturistica Supervulcano Valsesia pubblicato da Videotopit su YouTube: