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Lago del Devero (Codelago)

Descrizione

Quota iniziale : 1630m
Quota finale: 2239m
Dislivello: 811 comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 17,57 km
Tempo: 6:00 h

Oggi abbiamo deciso di rifare una delle più belle escursioni della valle del Devero, si tratta della traversata del Grande Est detta anche la via del Formaggio poiché l’intero percorso attraversa alcuni degli alpeggi famosi per la produzione del celebre formaggio Bettelmatt.

Si tratta di un giro ad anello piuttosto lungo, 18 km circa se si evita l’Alpe Fontane, per un dislivello totale di 845 m molto ben distribuiti tanto da rendere il percorso non troppo faticoso. E’ un’escursione senza particolari difficoltà pertanto adatta a tutti con un discreto allenamento, particolarmente bella durante le fresche giornate autunnali in cui tutto si tinge di oro.

Lasciata l’auto nel parcheggio ancora deserto al termine della strada ci avviamo verso la sbarra che delimita l’accesso all’Alpe e attraversiamo l’abitato senza incontrare praticamente nessuno. Superato il ponte sul torrente Devero deviamo a destra sul sentiero per Crampiolo lanciando un’occhiata alla Rossa. Il terreno nel bosco è ancora ricoperto da un leggero strato di nevischio e quando arriviamo alla Corte d’Ardui è tutto bianco. Prendiamo il sentiero sulla destra seguendo le indicazioni per l’alpe Sangiatto. Il percorso è in ombra ed è ricoperto da piccoli cristalli di ghiaccio che purtroppo si rompono al nostro passaggio. Di tanto in tanto ci fermiamo ad ammirare La Rossa, l’Albrunhorn o Monte Figascian e il Cervandone.

Dopo circa 45 minuti arriviamo al ponticello che porta alla sterrata che ci condurrà in una mezz’oretta al primo laghetto del Sangiatto e successivamente all’omonima alpe. Ci fermiamo qualche istante ad ammirare gli splendidi colori mentre il Monte Corbenas ci osserva dall’alto.

Proseguiamo in falsopiano costeggiando il secondo laghetto del Sangiatto e dopo una brevissima salita sbuchiamo in un punto panoramico verso il Monte Cistella e il Pizzo Diei. Continuiamo praticamente in piano fino ad arrivare alla Corte Corbernas superata la quale occorre salire una piccola balza per arrivare ad un altro punto panoramico questa volta sulla Valdeserta e la testa della valle. Il sentiero prosegue a mezzacosta con alcuni saliscendi fino ad arrivare dopo circa una quarantina di minuti al bivio sulla sinistra che scende verso il ponticello dell’Alpe della Valle. Oltrepassato il ponte il sentiero piega decisamente a sinistra e prosegue donandoci scorci fantastici del lago del Devero sotto di noi.

Inizia ora un tratto dove, in questa stagione, occorre prestare un po’ di attenzione poiché occorre attraversare una prima cascatella con le pietre ricoperte da un sottile ma scivolosissimo strato di ghiaccio che forma simpatiche sculture. Appena più avanti da una parete rocciosa sopra di noi pendono minacciose delle lunghe candele di ghiaccio che di tanto in tanto si rompono per l’effetto del sole e piombano sul prato sottostante. Passato anche questo tratto giungiamo ad una seconda cascatella completamente ghiacciata e che ha trasformato i gradini della mulattiera in qualcosa di interessante da affrontare. Non ci facciamo scoraggiare e tenendoci sul lato contro la parete anch’essa ghiacciata riusciamo a salire senza problemi ed arrivare all’alpe Della Satta, i tratti in ombra sono finalmente terminati.

Passiamo il ponticello e saliamo fino ad un punto a strapiombo sulla valle dove ci fermiamo ad ammirare lo splendido panorama sul lago e sulla valle in generale. Dopo un’ultima piccola salita arriviamo al punto più alto dell’intero giro dove ci accoglie una stupenda prateria alpina disseminata di piccoli ma incantevoli laghetti, l’azzurro del cielo si mischia con l’oro dell’erba ormai secca e sembra di stare in paradiso.

Dopo una breve pausa pranzo sulle rive di uno di questi splendidi laghetti riprendiamo il cammino verso l’alpe Forno Inferiore punto più lontano dell’intera escursione.

Passiamo un ponticello di legno sopra un torrentello che si infila in un buco tra le rocce (meglio tenere i più piccoli per mano) e poco più in là incontriamo un laghetto ancora ghiacciato deve Toby non esita a fare un bagnetto ristoratore.

In men che non si dica arriviamo in vista dell’Alpe Forno Inferiore punto estremo dell’anello (circa 10 km dalla macchina e 3 ore e mezza di cammino effettivo) ora non ci resta che completare il giro imboccando la Via Alpina che scende ripida verso il lago di Piamboglio. Giunti al termine della discesa decidiamo di continuare passando dal Canaleccio pertanto ignoriamo la deviazione a destra verso il lago di Piamboglio e rimaniamo sulla sterrata. Un’occhiata alle nostre spalle alla Punta d’Arbola e una davanti a noi al Monte Cistella e al Pizzo Diei ed eccoci al bivio per il Canaleccio.

Abbandoniamo la Via Alpina che prosegue a sinistra e ci dirigiamo leggermente a destra. Passiamo le baite dell’Alpe Pianboglio e dopo una ripida discesa giungiamo all’alpe Spigher dove la sterrata si ricongiunge alla Via Alpina. La strada segue la sagoma del lago dall’alto passando la celebre parete di rocce piangenti che oggi è quasi completamente ghiacciata e arrivando al ramo orientale del lago del Devero. Attraversiamo la valletta sul muro di protezione e in brevissimo tempo arriviamo a Crampiolo. Proseguiamo la discesa lungo il sentiero che parte a sinistra del celebre agriturismo, ritorniamo alla Corte d’Ardui che questa mattina era imbiancata e che ora è immersa nel verde e riprendiamo il sentiero percorso questa mattina fino alla macchina dove arriviamo stanchi ma soddisfatti dell’intera giornata.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Autostrada A26 e proseguire sulla E62 fino all’uscita Crodo. Imboccare la SS659 e seguire la strada fino a Baceno. Svoltare a sinistra per Devero. Giunti all’abitato di Goglio attraversare il ponte e proseguire sulla strada per Devero fino al parcheggio.

Coordinate parcheggio: N 46.313056° E 8.260833°

Profilo e traccia GPS

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Leggende storia e curiosità

Il Bettelmatt®

Fin dal XIII secolo, tempo della colonizzazione Walser, col nome di “Bettelmatt” si identificava un formaggio ossolano d’alpeggio d’eccellenza usato come merce di scambio, per il pagamento degli affitti, delle concessioni di alpeggio e delle tasse. Il nome Bettelmatt® sembra derivare da “bettel” che significa questua e da “matt” che in tedesco significa pascolo, da qui il nome “pascolo della questua”.

Il Bettelmatt® è un formaggio a pasta compatta di colore che va dal giallo all’oro, la crosta di colore marroncino tendente allo scuro è ruvida. Viene prodotto da latte crudo intero di una mungitura prevalentemente di mucche di razza bruna tra luglio e settembre esclusivamente in sette alpeggi della Valle Antigorio Formazza denominati Morasco o Bettelmatt, Kastel, Val Toggia, Vannino, Poiala, Forno e Sangiatto ad un’altitudine compresa tra i 1800m e i 2200 m s.l.m..

Nell’autunno del 1998 è stato per la prima volta registrato presso la Camera di Commercio del VCO il marchio Bettelmatt® da parte di un produttore che successivamente nel 2001 ha venduto la proprietà e i diritti del marchio alla Comunità Montana. In quell’occasione sono state stabilite alcune regole di produzione.

Nel 2002 è nata la pelure o velina che viene applicata direttamente sulle forme mentre nel 2003 è stata introdotta anche la marchiatura a fuoco apposta direttamente sul prodotto da un esperto che ne certifica la qualità, l’assenza di difetti e i processi di produzione previsti dal decalogo sottoscritto da tutti i produttori.

La grande qualità di questo formaggio è data oltre che dai processi di produzione anche e soprattutto dalla presenza nei sopra citati pascoli dove si nutrono gli animali dell’erba mottolina o muttolina che conferisce un sapore inconfondibile al formaggio.