Descrizione
Quota iniziale : 1320 m
Quota finale: 1750 m
Dislivello: 430 m
Tempo 2:00 h
Meta di oggi la celebre Alpe Veglia e il Rifugio Città di Arona.
Attraversato il paese di San Domenico la strada asfaltata scende verso le case di Quartina e poi tra i pascoli e boschi di Nembro. Arrivati a Ponte Campo (m 1320 slm) dove termina la strada asfaltata lasciamo l’auto nel parcheggio e proseguiamo a piedi attraversando il torrente Cairasca, portandoci così sul versante destro idrografico. Appena superato il ponte si può scegliere fra due possibili percorsi: proseguire sulla sterrata che sale lentamente nel bosco fino ad arrivare alla sbarra che limita il transito dei fuoristrada oppure prendere il sentiero che sale ripido a destra fino a riunirsi alla strada nei pressi della sbarra. Noi scegliamo la sterrata che dopo la barra inizia a salire in maniera decisa con tornanti secchi che di tanto in tanto ci regalano stupendi scorci sulla falsopiano fino a raggiunge il muretto in pietra con una croce ed un cancello in legno delimitante il territorio dell’Alpe Veglia. Qui è presente un’area picnic con alcuni tavoli e panche di legno e noi decidiamo di approfittarne per fare uno spuntino.
Terminato il pranzo proseguiamo incontrando sulla sinistra la casa “La Porteia” e subito dopo oltrepassato il ponte in pietra giungiamo al un bivio o meglio alla strada che percorre ad anello tutta la piana dell’Alpe Veglia (“circuito dell’Alpe Veglia”): a destra si raggiungono gli abitati di La Balma e Cornù, mentre a sinistra quelli di Cianciavero , Aione , Ponte ed Isola.
Scegliamo la strada di sinistra e dopo aver superato un piccolo dosso la valle, che fino ad ora si presentava stretta e selvaggia, si apre e possiamo finalmente ammirare il sentiero che attraversando una lago delle Streghe prima poi a quello dei Maghi per poi ritornare sul sentiero principale e passare davanti al rifugio città di Arona che si trova proprio in fondo alla valle. A questo punto chiudiamo il giro ad anello proseguendo sul versante opposto della valle. Quando giungiamo di nuovo al ponte all’ingresso della valle il sole è basso per cui dopo un rapido sguardo a questi incantevoli luoghi dobbiamo nostro malgrado affrettarci a scendere.
Galleria Foto
Cartina e indicazioni stradali
Accesso stradale: Autostrada A26 e proseguire sulla E62 fino all’uscita Varzo. Seguire le indicazioni per San Domenico. A Varzo svoltare a destra sempre per San Domenico e seguire la strada per 11 km.. Attraversare il paese e seguire la strada per altri 2 km fino al parcheggio a pagamento.
Coordinate parcheggio: N 46.2525° E 8.169167°
Leggende storia e curiosità
Leggenda del Lago delle Streghe (Alpe Veglia)
Un giorno una bellissima fanciulla, che piangeva disperata perchè il suo ragazzo preferiva passare il suo tempo con un’altra ragazza invece che con lei, incontrò una strana vecchia che filava su un masso a lato di un sentiero.La vecchia la guardò negli occhi e la fanciulla, a quello sguardo, si sentì spogliata ed osservata fin nel profondo, così iniziò a raccontare alla vecchia (che era una strega) tutti i suoi problemi e i suoi dispiaceri, implorandola poi di operare una magia e far sparire la sua rivale in amore, così che ella potesse essere l’unica amata dal suo ragazzo. La vecchia non si sorprese a quella richiesta e, dato che la fanciulla non voleva sentir ragioni, accecata dalla disperazione, acconsentì ad operare quella magia, a patto che la fanciulla acconsentisse prima a guardare un Uomo bellissimo che secondo la Strega avrebbe potuto renderla davvero felice. La fanciulla acconsentì al patto, nonostante continuasse a ripetere che ella non avrebbe mai amato nessun altro che il suo ragazzo, e la Strega le diede appuntamento nello stesso posto per un giorno ben preciso.
Quel giorno la fanciulla si diresse nel magico luogo e senza alcun motivo particolare si sentiva felice e spensierata, percepiva la bellezza dei colori, la purezza dell’aria, la luminosità del cielo ed era felice, quasi dimentica di tutti i suoi problemi. Giunta al luogo predefinito si trovò davanti una grotta, sulla soglia della quale la vecchia strega la stava aspettando. Insieme si incamminarono nel sentiero sotterraneo, che si rimpiccioliva sempre di più fino a diventare un piccolo e basso cunicolo che proseguiva per molti metri. Giunsero infine in fondo al cunicolo, che si apriva in una grande stanza sotterranea e molto calorosa e tiepida. Al centro della grottina altre due streghe stavano mescolando degli strani ingredienti in un grande calderone che si scaldava su un bel fuoco e la fanciulla si sedette lì accanto aspettando che tutto fosse pronto. La vecchia Strega allora le chiese di guardare dentro a due piccole pozze formate da una purissima sorgente che sgorgava dalla roccia e la fanciulla posò gli occhi nella prima. Nell’acqua le apparve il volto del suo innamorato, bello e giovane, ma piano piano ella vide che il suo aspetto cambiava e diveniva più vecchio, banale, spento e triste, coi capelli bianchi e i denti gialli. Si scostò sconvolta e volle fuggire, ma la vecchia Strega le chiese di guardare nell’altra piccola polla, e lì ella potè vedere un giovane meraviglioso, pieno della bellezza e del vigore caldo degli Dei, con gli occhi pieni d’Amore e la forza di un vero Re.
Allora la fanciulla capì il significato di quelle due visioni. Nella prima ella aveva veduto l’amore solamente umano, caduco e momentaneo, che può rendere felici ma non per sempre e continuamente, nella seconda ella aveva potuto vedere l’Amore divino, quello che non si spegne mai e che rimane sempre forte, sempre bello, sempre tiepido e incantato. Ora doveva scegliere quale desiderava, e dopo un primo momento di indecisione, data dall’amore che provava per il suo ragazzo, ella capì che ciò che desiderava era l’Amore Eterno. Allora si alzò e iniziò a danzare con le altre Streghe. Come d’incanto la grottà sparì e la fonte crebbe tantissimo fino a diventare un allegro torrente che riempì il pianoro e creò quello che fu poi chiamato il Lago delle Streghe.
(“Entità Fatate della Padania”, di Alberta Dalbosco e Carla Brughi, Ed. della Terra di Mezzo.)