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Marmitte dei Giganti

Alpe Veglia, Marmitte dei Giganti, Lago delle Streghe e Lago delle Fate

Descrizione

Quota iniziale : 1319 m
Quota finale: 1760 m
Dislivello: +714 m;  -302 m (400m circa fino alla piana di Veglia)
Distanza totale A/R: 9,45 km
Tempo: 4:00 h  intero giro escluse le soste (1:50 h fino alla piana di Veglia)

Approfittando delle ferie estive eccoci impegnati in una due giorni all’Alpe Veglia alla scoperta di alcuni itinerari classici alla portata di tutti con un minimo di allenamento.

Primo giorno

Giunti a Ponte Campo lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio a pagamento (4 euro al giorno) al termine della strada. Zaini in spalla ci avviamo verso il ponte sul torrente Cairasca dove parte la strada jeeppabile che sale all’Alpe Veglia in un’ora e cinquanta minuti. In alternativa passato il ponte è possibile seguire il sentiero F10 che parte a destra ed accorciare un po’ il percorso. Decidiamo di seguire la strada che si dirige verso il bosco ed inizia a salire con una serie di tornanti sempre più ripida donandoci ad ogni curva splendidi panorami verso Ponte Campo e le numerose cascate. Dopo circa un’oretta di cammino arriviamo alla Cappella di Groppallo qui la salita finisce e la strada prosegue in falsopiano fino ad arrivare in meno di mezz’ora in località Porteia dove oltrepassiamo il cancello dell’Alpe Veglia e la Casa del Parco.

Passato il ponte sul torrente Cianciavero da dove si gode di un’ottima vista sul Monte Leone (purtroppo oggi è un po’ coperto dalle nuvole) arriviamo ad un bivio a destra per il rifugio Città di Arona che ignoriamo proseguendo dritto. Qualche decina di metri più avanti incontriamo a sinistra il bivio per Cianciavero e le Marmitte dei Giganti. Svoltiamo a sinistra seguendo il sentiero F30a e ci dirigiamo verso la caratteristica frazionacina ai piedi del Monte Leone da dove si gode di una vista privilegiata sull’intera piana del Veglia. Passate le case il sentiero prosegue in dolce salita costeggiando il torrente con le sue cascatelle. Ignoriamo la deviazione a destra per Pian Cucco e in breve arriviamo ad una passerella di tronchi che ci permette di cambiare sponda del torrente ed arrivare in pochi minuti alle Marmitte dei giganti dove ci fermiamo per una breve pausa pranzo ammirando i giochi d’acqua.

Terminata la pausa ritorniamo a Cianciavero seguendo lo stesso sentiero dell’andata per riprendere la strada poderale F10b in direzione Aione. Ci concediamo una deviazione verso l’Oratorio di San Giacomo per una breve visita per poi proseguire verso la seconda meta della giornata. Giunti nei pressi di Aione svoltiamo a sinistra e oltrepassate le case seguiamo il sentiero F30 che sale alle spalle del paese e si dirige in circa 30 minuti al lago delle Streghe. Costeggiamo l’intero lago e proseguiamo il cammino verso l’ultima meta di oggi. Lasciamo a sinistra l’inizio del sentiero F28a e continuiamo a destra sul sentiero F28b che scende fino al Lago delle Fate. Il sentiero prosegue nel bosco tra distese di rododendri e mirtilli fino ad uscire in fondo alla piana del Veglia nei pressi di località Ponte. Attraversiamo il ponte sul Rio d’Aurona e proseguiamo sulla poderale fino a giungere a Cornu e all’Albergo La Fonte dove passeremo la notte.

Secondo giorno

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Autostrada A26 e proseguire sulla E62 fino all’uscita Varzo. Seguire le indicazioni per San Domenico. A Varzo svoltare a destra sempre per San Domenico e seguire la strada per 11 km.. Attraversare il paese e seguire la strada per altri 2 km fino al parcheggio a pagamento.

Coordinate parcheggio:  N 46.2525° E 8.169167°

Profilo e traccia GPS

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Video Traccia 3D

Leggende storia e curiosità

Leggenda del Lago delle Streghe (Alpe Veglia)

Un giorno una bellissima fanciulla, che piangeva disperata perchè il suo ragazzo preferiva passare il suo tempo con un’altra ragazza invece che con lei, incontrò una strana vecchia che filava su un masso a lato di un sentiero.La vecchia la guardò negli occhi e la fanciulla, a quello sguardo, si sentì spogliata ed osservata fin nel profondo, così iniziò a raccontare alla vecchia (che era una strega) tutti i suoi problemi e i suoi dispiaceri, implorandola poi di operare una magia e far sparire la sua rivale in amore, così che ella potesse essere l’unica amata dal suo ragazzo. La vecchia non si sorprese a quella richiesta e, dato che la fanciulla non voleva sentir ragioni, accecata dalla disperazione, acconsentì ad operare quella magia, a patto che la fanciulla acconsentisse prima a guardare un Uomo bellissimo che secondo la Strega avrebbe potuto renderla davvero felice. La fanciulla acconsentì al patto, nonostante continuasse a ripetere che ella non avrebbe mai amato nessun altro che il suo ragazzo, e la Strega le diede appuntamento nello stesso posto per un giorno ben preciso.

Quel giorno la fanciulla si diresse nel magico luogo e senza alcun motivo particolare si sentiva felice e spensierata, percepiva la bellezza dei colori, la purezza dell’aria, la luminosità del cielo ed era felice, quasi dimentica di tutti i suoi problemi. Giunta al luogo predefinito si trovò davanti una grotta, sulla soglia della quale la vecchia strega la stava aspettando. Insieme si incamminarono nel sentiero sotterraneo, che si rimpiccioliva sempre di più fino a diventare un piccolo e basso cunicolo che proseguiva per molti metri. Giunsero infine in fondo al cunicolo, che si apriva in una grande stanza sotterranea e molto calorosa e tiepida. Al centro della grottina altre due streghe stavano mescolando degli strani ingredienti in un grande calderone che si scaldava su un bel fuoco e la fanciulla si sedette lì accanto aspettando che tutto fosse pronto. La vecchia Strega allora le chiese di guardare dentro a due piccole pozze formate da una purissima sorgente che sgorgava dalla roccia e la fanciulla posò gli occhi nella prima. Nell’acqua le apparve il volto del suo innamorato, bello e giovane, ma piano piano ella vide che il suo aspetto cambiava e diveniva più vecchio, banale, spento e triste, coi capelli bianchi e i denti gialli. Si scostò sconvolta e volle fuggire, ma la vecchia Strega le chiese di guardare nell’altra piccola polla, e lì ella potè vedere un giovane meraviglioso, pieno della bellezza e del vigore caldo degli Dei, con gli occhi pieni d’Amore e la forza di un vero Re.

Allora la fanciulla capì il significato di quelle due visioni. Nella prima ella aveva veduto l’amore solamente umano, caduco e momentaneo, che può rendere felici ma non per sempre e continuamente, nella seconda ella aveva potuto vedere l’Amore divino, quello che non si spegne mai e che rimane sempre forte, sempre bello, sempre tiepido e incantato. Ora doveva scegliere quale desiderava, e dopo un primo momento di indecisione, data dall’amore che provava per il suo ragazzo, ella capì che ciò che desiderava era l’Amore Eterno. Allora si alzò e iniziò a danzare con le altre Streghe. Come d’incanto la grottà sparì e la fonte crebbe tantissimo fino a diventare un allegro torrente che riempì il pianoro e creò quello che fu poi chiamato il Lago delle Streghe.

(“Entità Fatate della Padania”, di Alberta Dalbosco e Carla Brughi, Ed. della Terra di Mezzo.)