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Corte Buè

Descrizione

Quota iniziale : 878 m
Quota finale: 878 m
Dislivello: 870 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 11,25 km
Tempo: 6:00 h

L’itinerario di oggi ha come meta la Corte Bué e per la sua lunghezza e caratteristica è adatto solo ai più grandicelli con un buon allenamento ma, come la maggior parte delle nostre uscite più lunghe, è facilmente modulabile per adattarlo alle proprie capacità.

Lasciata l’auto alla fine della strada asfaltata in località Alpe Ruspesso (950m) ci dirigiamo verso la stradina alle spalle del pannello esplicativo dell’Ente Parco. Una palina ci ricorda che ci vorranno circa un’ora e quindici minuti per salire al Monte Faiè prima tappa del nostro giro ad anello.

Percorriamo la strada sterrata che dopo pochi minuti diventa lastricata e che in circa quindici minuti ci porta al rifugio Fantoli. Lasciamo il rifugio alla nostra destra e iniziamo a percorrere il sentiero che dopo poche centinaia di metri attraversa un ruscello su un ponticello e sale all’Alpe Ompio Superiore che attraversiamo. Lasciata l’alpe il sentiero sale dolcemente con un lungo traverso fino ad arrivare dopo una mezz’oretta ad una selletta caratterizzata dalla presenza del pannello “Confine tra due mondi“. Qui troviamo un primo bivio per la Corte Buè che trascuriamo per girare a sinistra lungo il sentiero che sale in costa verso la cima del monte Faiè.

Inizialmente la pendenza è moderata e ci permette di godere dei panorami verso il Lago Maggiore e verso la cima Pedum ma man mano che si avanza il sentiero diventa sempre più ripido. Dopo un’altra mezz’ora arriviamo al bivio per l’alpe Caseracce che ignoriamo per procedere in ripida salita verso la cima dove arriviamo dopo una decina di minuti. Questa può essere la meta dell’escursione per i più piccoli e meno allenati.

La vista che si gode da qui è spettacolare sia verso il lago che verso il Monte Rosa e il Monte Togano. Ci attardiamo qualche minuto per goderci lo spettacolo e firmare il libro di vetta posto sotto al cippo di vetta ma poi dobbiamo proseguire visto che il giro è ancora lungo.

Proseguiamo lungo la costa seguendo il sentiero che in una decina di minuti ci porta all’Alpe Pianezza alle spalle della quale l’itinerario prosegue verso la Colma di Vercio. Prima di arrivare alla Colma incontriamo il primo tratto ghiacciato della giornata che superiamo senza problemi. Giunti alla Colma di Vercio notiamo subito i resti del pilone della teleferica che serviva per portare il legname a valle. A sinistra parte il ripido sentiero che scende fino all’Alpe Vercio mentre a destra una palina indica l’inizio del sentiero per la Corte Buè. Seguiamo queste indicazioni e incominciamo a scendere lungo il sentiero dei boscaioli. La percorrenza di questo tratto in questa stagione, pur non essendoci neve, è resa difficoltosa dalla presenza di foglie che lo rendono particolarmente scivoloso e spesso completamente nascosto. In alcuni tratti le foglie ci arrivano quasi alla vita e nonostante prestiamo la massima attenzione alle indicazioni bianco-rosse ci ritroviamo fuori sentiero e solo l’uso del gps ci permette di ritrovare la retta via senza ulteriori problemi. Arriviamo ai ruderi di due baite che lasciamo a destra per proseguire lungo il sentiero per un paio di centinaia di metri. Per fortuna il gps ci avvisa della presenza del bivio perché non c’è alcuna indicazione e il sentiero è talmente ingombro di foglie da renderlo quasi invisibile. Fiduciosi incominciamo a scendere lungo questa traccia fino ad arrivare ad un gruppo di baite e dopo un’ulteriore discesa alla Corte Buè (888m) seconda meta della nostra gita.

Corte Buè è una grande corte sul versante nord-orientale dei Corni di Nibbio. Le baite e i pascoli ormai inselvatichiti sono la testimonianza di importanti insediamenti umani nella bassa Valgrande. Verso nord è possibile ammirare la parte più selvaggia del Parco. Durante la seconda guerra mondiale questi luoghi sono stati teatro di parecchi scontri tra partigiani e nazifascisti culminati nel giugno 1944 con l’occupazione della Corte Buè da parte delle truppe nazifasciste che l’hanno utilizzata per colpire le corti di Velina dove erano attestati i partigiani. Prima di andarsene tedeschi e fascisti hanno dato alle fiamme la Corte.

Dopo una meritata pausa pranzo iniziamo a gironzolare tra le baite ormai abbandonate tra le quali troviamo il celebre “Cadregun” e la baita del Gruppo Escursionistico della Valgrande accanto alla quale parte il sentiero che ci riporterà dopo quasi due ore e mezza di cammino verso l’Alpe Ompio.

Iniziamo a scendere lungo questo sentiero che percorre la vallata con lunghi traversi intervallati da saliscendi passando ben tre rami del rio Buè che in questa stagione è completamento ghiacciato. Dopo circa un’ora di cammino reso lento appunto dalla presenza di ghiaccio arriviamo al bivio per Ponte Velina che ignoriamo per proseguire seguendo le indicazioni per l’Alpe Basseno.

Risaliamo quindi lungo una bella scalinata che ci permette di superare con moderata fatica una balza rocciosa ed arrivare dopo una mezz’oretta al bivio per l’Alpe Scelina. Qui rimaniamo un po’ disorientati dalla presenza del cartello che indica esattamente gli stessi tempi del precedente che abbiamo incontrato mezz’ora prima.

Anche in questo caso seguiamo per l’Alpe Basseno (879m) che raggiungiamo in un quarto d’ora. Attraversiamo l’alpe tenendo la sinistra e proseguendo lungo il sentiero saliamo fino al colle che ci permette di scendere velocemente fino alle baite dell’Alpe Ompio Inferiore e quindi ricongiungendoci al sentiero della mattina fino all’auto.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Autostrada A26 uscita Verbania. Girare a destra e imboccare la SS34 fino a Verbania. Seguire le indicazioni per Bieno, Isella fino a Santino dove si gira a sinistra seguendo le indicazioni per Alpe Ompio. Percorrere tutta la strada fino al termine dove si parcheggia l’auto a bordo strada.

Coordinate parcheggio: 45,978613° N 8,465015° E

Profilo e traccia GPS

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