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Rifugio Bezzi

Descrizione

Quota iniziale : 1669 m
Quota finale: 2666 m
Dislivello: 486 m fino al rifugio – 1132 m intero giro comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 19,07 km
Tempo:2:00 h fino al rifugio – 6:30 h intero giro

Si tratta di un bellissimo giro ad anello lungo l’Alta Via Glaciale sul fondo della Valgrisenche, per la sua lunghezza (circa 20 km) e dislivello (circa 1300 metri comprensivi delle perdite di quota) e la presenza di alcuni tratti non semplici per i più piccoli non è adatto ai bambini sotto i 10-12 anni e senza esperienza di montagna.

Fino al rifugio Bezzi è una passeggiata di circa due ore gran parte su strada sterrata tranne l’ultimo tratto su comodo sentiero adatta a tutti, pertanto in presenza di bambini è possibile fermarsi al rifugio e rientrare percorrendo lo stesso itinerario dell’andata.

Lasciata l’auto nel parcheggio di Surier attraversiamo il ponte e ci fermiamo a leggere i cartelli indicatori che ci ricordano che per arrivare al rifugio Bezzi occorrono 2 ore di cammino. Svoltiamo a destra sulla strada sterrata (sentiero 12) che si inoltra nella vallata e iniziamo il percorso. Dopo circa 10 minuti incontriamo sulla sinistra il bivio per il rifugio Châlet de l’Epée che percorreremo al ritorno. Ignoriamo il bivio e proseguiamo dritto mentre due velocissime marmottine ci attraversano la strada. In breve arriviamo ai resti dell’alpe Châlet superati i quali troviamo un ponte sul rio omonimo.

Dopo circa un’oretta di cammino giungiamo alla fine della strada dove troviamo un piccolo parcheggio per le auto autorizzate. Da qui mancano solo 50 minuti al rifugio, attraversiamo un ponticello e iniziamo a percorrere il sentiero. Dall’altro lato della valle notiamo l’Alpage Mont Blanc. Il sentiero entra nella stretta gola per piegare deciso a sinistra dopo circa quindici minuti dal ponte. Incomincia il tratto finale in salita che ci farà guadagnare un po’ di metri di dislivello, superiamo il Fosso Mans su un bel ponticello di legno e ci apprestiamo a superare un dosso erboso sopra il quale si trova il rifugio. Alla nostra destra ci fermiamo ad ammirare la teleferica che porta le provviste per la giornata al rifugio. In pochi minuti eccoci al rifugio Bezzi (2284 m) dove si apre la vista sui magnifici ghiacciai che chiudono la Valgrisenche.

Ci attardiamo qualche minuto ad ammirare lo splendido panorama che si può ammirare alle spalle del rifugio, ma poi dobbiamo ripartire perche la strada è ancora lunga. Il cartello ci dice che per arrivare al rifugio Châlet de l’Epée ci vogliono più di quattro ore. Come abbiamo detto all’inizio questo può essere il punto finale della gita per i più piccoli in quanto il rientro attraverso l’Alta Via dei Ghiacciai potrebbe essere difficoltoso per loro.

Sulla sinistra del rifugio prendiamo il sentiero 12a/12b che sale ripido sul versante erboso superando i circa 200 metri di dislivello che ci separano della HRG (Haute Route Glaciére – Alta Via dei Ghiacciai) in circa 30 minuti e regalandoci parecchi scorci panoramici sui ghiacciai e sulla vallata. Giunti in cima inizia un traverso a sinistra che ci porta fino ad un grosso cippo che indica la deviazione per il Col Bassac. Ignoriamo la deviazione e proseguiamo diritto. In prossimità dell’attraversamento del Fosso Mans ci fermiamo per una breve pausa spuntino. Dopo il meritato riposo riprendiamo il cammino attraversando il Fosso fino a giungere ad un altro grosso cippo che indica la deviazione per i Laghi di San Martino dove occorre svoltare a sinistra e iniziare una breve salita al termine della quale inizia un lungo traverso che con svariati saliscendi ci porterà nel punto più alto di tutta l’escursione a quota 2666 da dove si gode di una vista a 360° sull’intera vallata.

Riprendiamo l’evidente sentiero e in circa 20 minuti arriviamo al ponte sul Rio San Martino diamo un’occhiata verso valle e col teleobiettivo scorgiamo Surier e il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto. Inizia ora il tratto un po’ più impegnativo dove occorre attraversare tratti su pietraia e alcuni strappetti rocciosi in cui il nostro cane ha qualche difficoltà ma che supera coraggiosamente. Dopo un’oretta di tratti su pietraia seguiti da tratti su sentiero arriviamo all’impetuoso Rio Châlet e con nostro rammarico scopriamo che il ponte non esiste più. Una freccia gialla indica un punto dove dovrebbe esserci un guado che però a quest’ora del pomeriggio è completamente invaso dall’acqua alta e impetuosa. Incominciamo a scendere verso valle alla ricerca di un guado più facile ma non troviamo nulla pertanto decidiamo di costruircene uno in un tratto qualche decida di metri a valle del guado ufficiale gettando in acqua alcuni massi per formare un isolotto. Dopo una mezz’oretta di lavoro il risultato sembra soddisfacente e riusciamo ad attraversare. Ora non ci resta che risalire l’altra sponda per raggiungere il sentiero, purtroppo abbiamo perso quasi un’ora ed ora siamo in ritardo sulla tabella di marcia.

Inizia ora l’ultimo tratto ripido della giornata, si tratta di circa 120 metri di ripido sentiero che ci porterà fino ad un ometto a quota 2610 m. La discesa nel vallone di Mont Forciaz inizia con l’attraversamento dell’ennesima grossa pietraia al termine della quale inizia un buon sentiero che si dirige verso il Torrente Mont Forciaz nei pressi del quale il percorso devia verso sinistra per raggiungere, con qualche difficoltà dovute al terreno molto scivoloso, il ponticello che ci permette di attraversare il corso d’acqua nei pressi di una bella cascata e dirigerci con un traverso al congiungimento del sentiero che scende dal bivacco Ravelli e poco più avanti quello che per l’Alpe Mont Forciaz. Proseguendo dritto rimanendo sull’HRG si arriva in un’ora al rifugio Châlet de l’Epée mentre svoltando verso valle si risparmia almeno un’ora di cammino.

Purtroppo il tempo perso per l’attraversamento del Rio Châlet si fa sentire per cui essendo già tardi decidiamo di tagliare una parte del percorso e scendere all’Alpe Mont Forciaz (30 minuti dal bivio). Iniziamo a scendere e in una mezz’oretta arriviamo all’alpe dove dobbiamo prendere un’altra decisione: tenere la sinistra e scendere a Surier col sentiero 9A oppure proseguire sulla poderale a destra un po’ più lunga ma più dolce. Causa problemi ad un ginocchio decidiamo di seguire la strada che in breve raggiunge quella che scende dal rifugio Châlet de l’Epée. Proseguiamo verso valle ignorando tutte le deviazioni verso i vari alpeggi. Dopo trenta minuti di discesa passiamo un ponte su una bella cascata del Torrente Mont Forciaz e subito dopo incontriamo l’arrivo del sentiero 9a che avevamo deciso di non seguire e che sbuca in prossimità di larici secolari. Continuiamo a scendere dando uno sguardo verso valle dove scorgiamo la nostra auto che ci aspetta. La strada si ricongiunge con quella che avevamo percorso al mattino per il rifugio Bezzi pieghiamo a destra e in pochi minuti rieccoci alla macchina. L’intero giro è durato circa 7 ore e mezza con passo tranquillo compresa l’ora persa per guadare il Rio senza ponte ma ne è valsa la pena.

 

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