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Il lago Cingino

Descrizione

Quota iniziale : 1330m
Quota finale: 2255m
Dislivello: 925m
Tempo: 4:00 h solo salita, 9:00 intero percorso soste comprese

L’escursione ad anello al Lago Cingino e all’omonimo bivacco pur non evidenziando particolari difficoltà tecniche non è adatta, secondo noi, a bimbi piccoli di altezza inferiore al metro e trenta e bimbi privi di esperienza su sentieri di montagna a causa della presenza di alti gradoni lungo il sentiero, attraversamenti di pietraie oltre ovviamente per la lunghezza del percorso. Per i più piccoli è invece adatta la prima parte del sentiero magari completando il periplo del Lago di Campliccioli senza salire al Lago Cingino.

Lasciata l’auto nel piccolo parcheggio nei pressi del muraglione della diga di Campliccioli (la strada dal Lago di Antrona al Lago di Campliccioli è ufficialmente chiusa al traffico informarsi prima di passare la sbarra) osserviamo le paline con le indicazioni dei vari percorsi. Per il Lago Cingino ci sono due varianti di sentiero il primo (3h05′) che parte attraversando il muraglione della diga e prosegue sul lato destro del lago, il secondo (4:00h) che parte dalla stradina asfaltata che si innalza direttamente dal parcheggio e si dirige verso la stazione della funivia dell’Enel.

Noi decidiamo di seguire quest’ultima possibilità poiché decisamente più caratteristica correndo lungo i binari della vecchia ferrovia a scartamento ridotto che serviva per il trasporto dei materiali lungo la diga.

Saliamo la stradina asfaltata che si innalza dal parcheggio e giunge in poche centinaia di metri alla stazione della funivia dell’Enel, pieghiamo decisamente a destra e seguiamo le rotaie della ferrovia all’inizia un po’ nascoste dalla terra e dall’erba. Qualche decina di metri più avanti troviamo tre vagoni ancora in buono stato, da lì le rotaie sono ancora perfette e corrono attraverso numerose gallerie e a stupendi speroni rocciosi. Il percorso praticamente in piano è davvero suggestivo sembra di essere nel vecchio West con la ferrovia che corre lungo il lago tra rocce e ponticelli fino al capolinea in fondo al lago dove si trovano ancora gli scambi e un secondo binario con un vagoncino in attesa.

Al termine della ferrovia prendiamo il sentiero a sinistra che costeggia il torrente Troncone e le sue cascatelle, si infila in una piccola galleria passa un ponticello di fortuna fino a giungere alla scaletta prima del bivio per il lago Cingino.

Al bivio si svolta a destra e si oltrepassa il ponticello sul torrente Troncone, appena al di là del ponte il sentiero piega decisamente a sinistra e si infila nel bosco intervallando tratti in falsopiano a tratti con pendenza moderata mantenendosi sempre alla sinistra idrografica del torrente con le sue acque incredibili.

Dopo circa un ora di cammino arriviamo all’Alpe Casaravera (1499 m), il sentiero svolta a destra e subito dopo a sinistra passando l’alpe a destra della baite. Quarantacinque minuti dopo siamo all’Alpe Lombraoro Sotto (1636 m) da qui la valle si apre offrendoci una meravigliosa vista su una cascata alta più di 50 metri. Proseguiamo attraversando una piccola pietraia senza difficoltà e giungiamo al bivio per il Lago Cingino a circa due ore dalla partenza.

Da questo punto il sentiero sale con decisione praticamente fino alla meta. Dopo pochi tornanti il bosco si apre offrendoci uno spettacolo sulla valle del Troncone e la consapevolezza di quanto ci siamo già alzati. Facciamo una breve sosta alla croce di legno sul sentiero e poi via verso l’Alpe Saler, dopo aver aggirato uno sperone roccioso ecco comparire in alto la casa dei guardiani della diga di Cingino che ci fa capire che la strada è ancora lunga.

Un occhiata alla valle e si prosegue lungo il sentiero che ci riserva la vista di una splendida cascatella.

Il sentiero prosegue dall’altro lato del torrente perciò occorre attraversare la pietraia che porta al torrente che si supera senza difficoltà. Dopo circa 30 minuti di ulteriore salita arriviamo all’Alpe Cingino, da qui manca più o meno un’ora alla diga. Superiamo un altra balza rocciosa ed ecco comparire in lontananza il muraglione della diga di Cingino. Ora inizia la parte più “difficoltosa” in quanto si prosegue su pietraia sempre ben segnalata ma con qualche tratto leggermente esposto (per i bambini). Superata la pietraia si giunge su un pianoro erboso ora la diga sembra più vicina ma occorre superare ancora una altro balzo fino a giungere finalmente al bivacco Cingino dove ci fermiamo per il pranzo.

Dopo una breve pausa ci avviamo verso il muraglione della diga di Cingino e lo spettacolo che ci attende è incredibile: il muraglione è completamente cosparso di stambecchi arrampicati in cerca di salnitro. Non si può fare a meno di pensare a come facciano a stare abbarbicati così su un muro praticamente verticale. Potremmo stare lì ad osservarli per ore ma la via del ritorno è ancora lunga così attraversiamo il muraglione dando un occhiata di tanto in tanto agli stambecchi dall’alto. Al di là del muraglione prendiamo il ripido sentiero che scende sulla destra fino ad arrivare al muro che protegge la condotta forzata che scende dalla diga. Percorriamo l’intero muro che corre in piano lungo il fianco della montagna fino a giungere all’ingresso della galleria della condotta forzata.

La condotta è una galleria lunga 2,8 Km, larga più o meno 80 cm e alta circa 1.80-2.00 m illuminata con lampade a tempo alla distanza di circa 15-20 metri l’una dall’altra. Alla sinistra dell’ingresso c’è l’interruttore per accendere e spegnere le luci temporizzate (2 ore) è bene spegnere e riaccendere le luci prima di entrare in modo da avere ancora 2 ore di luce. Il percorso non è adatto a chi soffre di claustrofobia, occorre essere attrezzati con una torcia perché verso il centro nonostante le luci è molto buio e scarponi impermeabili poiché sul fondo ci sono spesso pozzanghere alte anche 10 cm.

L’intero percorso dura circa 30 minuti di buon passo e quando si sbuca dall’altra parte della montagna nei pressi degli alpeggi di Cresta Rossa sembra di rinascere. Occorre ricordarsi di richiudere le porte di ingresso e uscita per evitare l’ingresso degli animali.

Breve pausa fotografica e poi via verso la stazione della funivia dell’Enel da dove parte il sentiero della discesa. Il sentiero che scende verso l’Alpe Banella è spesso invaso dalla vegetazione e occorre seguire le tracce di vernice gialla sulle pietre prima e i binari della ferrovia poi fino a giungere nella vallata del rio Banella dove perdiamo il sentiero in mezzo ad una distesa di rododendri e siamo costretti a proseguire a vista verso l’alpe seguendo il letto di un torrente asciutto. Appena oltrepassata l’Alpe Banella ritroviamo il sentiero C34 che scende dalla diga di Camposecco e prosegue fino a valle. La discesa è ancora lunga, oltrepassiamo l’Alpe Cort Sut ci godiamo il panorama sul lago, la cascata del Rio Banella ed infine eccoci arrivati al lago Campliccioli, svoltiamo a sinistra passiamo la centrale dell’Enel attraversiamo il muraglione della diga ed eccoci arrivati all’auto.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Autostrada A26 e proseguire sulla E62 fino all’uscita Villadossola. Seguire le indicazioni per Antrona. Seguire la strada principale fino ad Antronapiana. Dalla piazza svoltare a sinistra seguendo le indicazioni Lago. Giunti al lago svoltare a sinistra e passare il ponte. Seguire la strada che sale abbastanza tortuosa fino alla diga (attenzione questo tratto di strada potrebbe essere chiusa informarsi prima).

Coordinate parcheggio: N 46.047144° E 8.079103°