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Rifugio Zamboni Zappa

Descrizione

Quota iniziale : 1932 m
Quota finale: 2254 m
Dislivello: 322 m
Tempo: 1:15 h

L’escursione di oggi al Rifugio Zamboni Zappa e Lago delle Locce, dato il limitato dislivello, è adatta a tutti anche ai bimbi meno allenati che saranno comunque affascinati dal paesaggio e dalla presenza del ghiacciaio Belvedere, uno dei pochi ghiacciai alpini in avanzata.

Lasciata l’auto nel parcheggio degli impianti di risalita che da Macugnaga salgono verso Belvedere, decidiamo tralasciare la mulattiera che sale seguendo la traiettoria della seggiovia per prendere proprio quest’ultima e dar modo ai ragazzi di provare l’ebbrezza di un viaggio in seggiovia.

Arrivati al Belvedere (1932 m) prendiamo il sentiero che parte proprio alle spalle dell’arrivo della seggiovia, un cartello indica che solo 5 minuti ci separano dal ghiacciaio.

Dopo pochi minuti incontriamo un bivio dove occorre tenere la sinistra. Il sentiero sale leggermente fino ad arrivare in cima alla prima morena di contenimento del ghiacciaio Belvedere.

Il percorso prosegue attraversando il ghiacciaio che qui è completamente coperto di detriti tanto da assomigliare ad una grossa pietraia. La semplicità del percorso non ci deve esonerare dal mantenere una certa attenzione seguendo scrupolosamente le paline segnaletiche perché i crepacci sono sempre in agguato anche se lontano dal sentiero.

La parte terminale della attraversata è abbastanza ripida e sdrucciolevole ma dura solo pochi metri e si arriva in cima all’altra morena di contenimento.

Il sentiero prosegue sulla morena costeggiando il ghiacciaio, di tanto in tanto si sentono i rumori tipici del ghiaccio che si rompe o dei sassi che rotolano segno che il ghiacciaio è vivo. Di fronte a noi il Monte Rosa ci segue dall’alto mentre in breve sulla sinistra si apre la valle che ospita l’Alpe Pedriola e il rifugio. Si nota nella morena la ferita provocata dal disastro che colpì questa valle il 19 luglio 1979.

Quel giorno un’incredibile quantità d’acqua proveniente del Lago delle Locce demolì la sottile parete della morena che la divideva dal ghiacciaio del Belvedere riversandosi a valle. Un centinaio di metri più in basso l’acqua sfondò la parete morenica che delimita la valle di Pedriola, risparmiando così il Belvedere, il rifugio Zamboni e l’alpe Pedriola, ma precipitando direttamente sulla stazione intermedia dei Burky. Le seggiovie furono letteralmente spazzate via da un’incredibile quantità di acqua, rocce e detriti che si sparsero fino al torrente Anza, seppellendo parte dei pascoli dell’alpeggio e ridisegnando la fisionomia della parte bassa del Pedriola, cancellando anche il sentiero diretto dai Burky alla Zamboni. Solo grazie al sangue freddo dei gestori del rifugio Zamboni e dei responsabili della seggiovia si è evacuata prontamente la zona evitando vittime.

Ma torniamo alla gita. Superato il bivio per la Capanna Marinelli e si giunge ad un secondo bivio dove occorre prendere il sentiero più a valle perché quello più alto più avanti ha subìto dei crolli e non è più agevole.

Si prosegue in piano fino ad un ponticello sul torrente Anza, lo si attraversa e si comincia a salire dolcemente fino ad attraversare le baite dell’Alpe Pedriola dove, in estate un pastore vende i suoi prodotti ai turisti. In pochi minuti si arriva al rifugio (2070 m 45′ dalla seggiovia). Dopo una brevissima tappa proseguiamo alla volta del Lago delle Locce che è a soli 30 minuti dal rifugio.

Passato il ponticello alla destra del rifugio si piega a sinistra seguendo il sentiero che attraversa la valle in piano fino ai piedi della morena che contiene il lago. Arrivati alla morena il sentiero sale prima abbastanza dolcemente fino ad un punto panoramico sul ghiacciaio Belvedere. Attenzione al cartello che indica pericolo di frane, tenere i bimbi più piccoli per mano per impedirgli di avvicinarsi troppo al bordo e rischiare di cadere. Dopo questo punto si sale in maniera decisamente più ripida fino a giungere con un piccolo traverso sopra alla tubazione di scolo del lago e da li dopo una brevissima discesa si arriva all’imbocco del lago.

Sulla destra del lago, proprio sopra alla paratia del canale di scolo costruito per impedire al lago di innalzare le proprie acque oltre un certo limite ed evitare altre tragedie come quella del ’79, parte un sentiero che permette di giungere fino al termine del lago e alle ultime propaggini del ghiacciaio delle Locce dove il panorama è decisamente selvaggio.

Dopo le foto di rito rientriamo al rifugio per una buona polenta e salsiccia. Dopo pranzo decidiamo di attardarci nei pascoli sul retro del rifugio dove i ragazzi si cimentano in prove di arrampicata su uno dei tanti massi disseminati nella valle, intanto col binocolo avvistiamo il rifugio Marinelli, il rifugio Eugenio Sella e il bivacco Belloni.

Per la discesa seguiamo lo stesso itinerario della salita. Dopo essere scesi dalla seggiovia dirigendoci verso la macchina notiamo una bella scultura in legno raffigurante un gufo da una parte e uno gnomo dall’altra.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Autostrada A26 e proseguire sulla E62 fino all’uscita Piedimulera. Seguire le indicazioni per Piedimulera fino ad imboccare la SS549 destra in direzione Domodossola. Imboccare la SS659 e seguirla fino al termine per circa 30 Km dopo di che svoltare a sinistra e raggiungere il parcheggio della seggiovia.

Coordinate parcheggio: 45.971835° N 7.952519° E