Descrizione
Quota iniziale : 1151 m
Quota finale: 1735 m
Dislivello: 602 m
Distanza totale A/R: 8,08 km
Tempo: 3:30 escluse le soste
Facile passeggiata adatta a tutti nel cuore della Val d’Otro che permette di visitare molti dei suoi caratteristici villaggi e alpeggi. Rappresenta un’interessante e valida alternativa alla classica salita lungo il più frequentato sentiero n. 3 descritto più volte in passato. Questa variante essendo un po’ più lunga consente di raggiungere i villaggi con una salita più dolce e gradevole.
Lasciata l’auto nel parcheggio sterrato lungo il fiume Sesia ci dirigiamo verso la caserma dei Carabinieri di fronte alla quale ha inizio il percorso ma non prima di aver gironzolato un po’ tra le viette di Alagna alla scoperta di suggestivi scorci. Passato il ponte sul Rio Fuar ci dirigiamo verso la frazione Resiga dove, dopo una breve deviazione verso l’Oratorio di Sant’Antonio da Padova, imbocchiamo il sentiero n. 3 che si dirige verso il bosco. Saliamo i gradoni che in pochi minuti ci portano ad intercettare, in prossimità di una cappelletta, la sterrata che sale dal centro di Alagna. Svoltiamo a sinistra e riprendiamo a salire per deviare subito dopo a destra ed imboccare il sentiero. Volendo si potrebbe proseguire lungo la strada poiché i due tracciati si riuniscono più in alto.
Sempre salendo a gradoni superiamo un’altra cappelletta e raggiungiamo in breve il punto panoramico denominato “Allo Specchio” da dove si può ammirare Alagna dall’alto. Più in alto giungiamo ad una piccola baita, ora la salita si fa un po’ più ripida. Lasciamo sulla sinistra la deviazione per la caldaia di Otro e continuiamo a salire fino a giungere ad una fontana di pietra posta a circa 30 minuti dalla partenza.
Qui troviamo un bivio: a destra sale il sentiero 3 per Otro lungo, diciamo così, la via classica mentre proseguendo dritto inizia il sentiero 3a per i laghi Tailly e il giro che vogliamo fare oggi.
Proseguiamo quindi dritto con pendenza appena percepibile seguendo la sterrata che si inoltra nel vallone costeggiando il torrente Otro. Dopo circa una mezz’oretta incontriamo sulla destra un primo bivio per Otro che ignoriamo piegando a sinistra seguendo le indicazioni per l’alpe Gender.
In breve arriviamo ad un ponticello di legno sul torrente che attraversiamo entrando nel bosco. Giunti ad una radura troviamo su un solitario masso le indicazioni per il Mulino di Puttero. Seguiamo questa indicazione e attraversiamo diagonalmente il prato ignorando il sentiero che si stacca sulla destra e scende verso il torrente. Sempre seguendo i cartelli per l’alpe Gender rientriamo nel bosco, attraversiamo il rio Tailly su un ponticello ed arriviamo in vista dell’Alpe Gender. Abbandoniamo ora il sentiero 3a che sale ai laghi Tailly per proseguire dritto verso l’Alpe Farinetti. Giunti alla radura che ospita l’alpe pieghiamo a destra e scendiamo verso il torrente Otro che attraversiamo su un altro ponticello di legno.
Saliamo ora nel bosco lungo il sentiero 201 che sale a Weng dove troviamo ad attenderci un inquietante spaventapasseri ed un simpatico asinello. Proseguiamo verso est sul bel sentiero fino ad arrivare alle baite di Scarpia. Attraversiamo il villaggio con le sue bellissime case Walser, diamo un’occhiata alle nostre spalle e proseguiamo verso la prossima meta al cospetto di Corno Mud, Tagliaferro e Cima Carnera.
Dopo aver superato l’abitato di Dorf scendiamo in direzione Follu dove ci aspetta una fantastica polenta e salsiccia al rifugio Zar Senni.
Usciti dal rifugio veniamo accolti da un vento gelido, il sole ora è nascosto da nuvole che non promettono niente di buono. Solo pochi minuti per scattare una foto ricordo del rifugio e della Chiesetta della Madonna della Neve simbolo di questa splendida valle e iniziamo a scendere lungo il classico sentiero 3 che parte proprio accanto al cartello di benvenuto posto all’inizio della vallata. Il freddo pungente ci incita a scendere velocemente passando accanto ad alcune di cappellette e al Sasso della Mano della Madonna con una targa che cita testualmente: “Sopra questo sasso la Madonna si è appoggiata. Quando questa via tu salirai posa sopra la mano, per tutto il giorno la Madonna ti aiuterà.”
Giunti alla fontana di pietra proseguiamo sull’itinerario della salita fino a raggiungere una cappelletta di fronte alla quale si stacca il sentiero che sale dalla frazione Resiga che abbiamo seguito al mattino. Volendo si può scendere da qui, ma essendo ancora abbastanza presto decidiamo di proseguire dritto sulla sterrata per passare dal centro di Alagna. Presto la strada si trasforma in sentiero, attraversiamo la via per la frazione Reale scendiamo fino in paese che percorriamo seguendo viette pedonali non molto frequentate ma suggestive che ci conducono fino al parcheggio.
Galleria Foto
Cartina e indicazioni stradali
Accesso stradale: Seguire la SS299 della Valsesia fino ad Alagna e parcheggiare nel grande parcheggio sterrato all’ingresso del paese.
Coordinate parcheggio: N 45.851944° E 7.939444°
Profilo e traccia GPS
Video Traccia 3D
Leggende storia e curiosità
La leggenda dell’Uomo Selvatico “Das Wilte Mandiè”
Un tempo nella Valle d’Otro viveva un uomo d’indole così selvaggia che se ne stava tutto solo, anche nel cuor dell’inverno, in quel luogo delle alpi di Otro chiamato Die Saccu vicino al torrente. Era alto e forte, con una lunga barba grigia, vestiva di pelli girava scalzo e assai raramente rivolgeva la parola ai pastori che incrociava sulla via degli alpeggi. Si nutriva di erbe e di bacche, talvolta rubava un cavolo da un campo o un sorso di latte da una stalla e di tanto in tanto si recava su un sasso soleggiato sopra la frazione Scarpia e là rimaneva per ore immobile a rimirare la valle.
Un giorno d’inverno mentre tornava col suo secchiello dal torrente Otro, dove si era recato per attingere la sua provvigione d’acqua, incontrò sul sentiero uno sconosciuto che lo salutò “Buon giorno” gli disse questi con voce asciutta. L’Uomo Selvatico non aveva mai visto un simile personaggio: era vestito di velluto nero e calzava lustri stivaletti di pelle fine. “Perché ti affanni tanto sottoponendoti a tali fatiche per condurre in fondo una vita miserabile in questa valle?” chiese lo straniero “Io posso spostare le montagne che la circondano e far sì che il sole la illumini sempre, tutto l’anno; posso trasformare questi poveri campicelli in ricche piantagioni dove farò nascere spighe dorate e viti che daranno uve dolcissime, pronte da raccogliere, senza nessuna fatica”. Lo straniero proseguì: “In cambio vorrei solo la tua anima, non è gran cosa ti pare? Ascoltami e non te ne pentirai”. All’udire tale proposta l’Uomo Selvatico comprese di avere davanti il Diavolo in persona, si fece il segno di croce e girate rapidamente le spalle corse via.
L’Uomo Selvatico continuò a dimorare chissà fino a quando in Die Saccu, riposandosi ogni giorno sul suo sasso dove a poco a poco si è scavata una conca nel punto dove stava seduto. La Valle d’Otro è ancora un luogo isolato e meraviglioso, anche se i campi sono poveri e scoscesi e vi crescono solo segale, patate e qualche cavolo, gli inverni sono bianchi, lunghi e gelidi ma l’anima dell’Uomo Selvatico vi abita ancora.