Descrizione
Quota iniziale : 744 m
Quota finale: 744 m
Dislivello: 704 m di saliscendi per l’intero giro
Distanza totale A/R: 14,1 km
Tempo: 5:00 h intero giro
Per la prima uscita dell’anno abbiamo scelto un itinerario ad anello abbastanza lungo con partenza da Castagnola che tocca le principali vette di questa parte del Parco del Fenera e che in parte abbiamo già salito in precedenti escursioni come il Motto della Capretta e la cima La Pelosa ma che abbiamo deciso di dedicare alla Croce del Teso che abbiamo sfiorato tante volte in passato senza mai salirci e che oggi abbiamo deciso di visitare.
L’anello può essere diviso in due: la prima parte da Castagnola alla cima La Pelosa senza alcuna difficoltà su piste tagliafuoco o larghi sentieri ben tracciati è facilmente percorribile da tutti mentre la seconda parte che comprende la discesa da La Pelosa fino al fondovalle seguendo la traccia di sentiero che scende dal ripido versante nord non è adatta ai bambini ed è consigliata soltanto ad escursionisti esperti con senso di orientamento in grado di seguire il tracciato su una buona cartina oppure seguendo un gps in quanto non ci sono segnavia e il sentiero non sempre è visibile per la presenza di molte foglie che lo rendono, tra l’altro, molto scivoloso.
Lasciata l’auto nel piccolo parcheggio del cimitero di Castagnola ci dirigiamo verso il sentiero che parte proprio dai gradini del Parco della Rimembranza dei caduti della prima guerra mondiale.
Giunti alla grande croce prendiamo a destra seguendo il tracciato di congiunzione che porta verso il sentiero 777 che sale da Maretti e che ci regala un’ottima vista sul Monte Rosa.
Arrivati al sentiero 777 lo imbocchiamo svoltando a sinistra e dopo pochi minuti arriviamo al bivio per il Monte Calvario. Abbandoniamo il 777 che prosegue sulla destra per prendere la variante che sale dritto e in men che non si dica arriviamo alle tre croci del Monte Calvario (15′ dalla partenza) da dove si gode di un’ottima vista verso le montagne e verso il lago Maggiore.
Proseguiamo lungo la dorsale fino ad oltrepassare il monte e scendere dal lato opposto per riprendere il sentiero 777 verso sinistra. Continuiamo lungo la pista tagliafuoco fino a raggiungere l’oratorio di San Bernardo (40′ dalla partenza) crocevia di molti sentieri. Dopo una breve visita per ammirare l’affresco del 1601 prendiamo il sentiero a destra fino ad un altro evidente incrocio. Per salire alla Croce del Teso proseguiamo dritto e in breve siamo sulla cima (1:15 dalla partenza) da dove si gode di una splendida vista su una delle prossime mete della giornata la cima La Pelosa.
L’itinerario per tornare sul sentiero principale prosegue verso sud ed è abbastanza ripido ma breve. Ritornati sul sentiero 777 proseguiamo a sinistra verso il Motto della Capretta che raggiungiamo in pochi minuti (1:30 dalla partenza). Dopo una pausa per godersi il panorama verso il Monte Rosa, il Monte Barone e persino il Monviso torniamo sui nostri passi ignorando questa volta il sentiero che abbiamo percorso per scendere dalla Croce del Teso e proseguiamo a mezzacosta fino a tornare all’incrocio di prima. Ora prendiamo il sentiero 778 per cima La Pelosa che raggiungiamo in circa 30 minuti (2:20 dalla partenza). La Pelosa è un affioramento vulcanico facente parte della caldera del supervulcano della Valsesia da dove si gode di un ottimo panorama. Qui finisce l’itinerario adatto ai bambini che possono rientrare ripercorrendo lo stesso itinerario dell’andata.
Dopo una breve pausa pranzo riprendiamo il percorso imboccando la traccia verso nord, non ci sono segnavia per cui ci dobbiamo far guidare dal gps e dalle poche tracce di sentiero tra le foglie. Il percorso scende ripidamente ed è molto scivoloso occorre prestare la massima attenzione per non cadere e questo ci fa perdere un po’ di tempo. Giunti a fondovalle il sentiero piega decisamente a sinistra e prosegue in piano costeggiando il Torrente Sizzone per circa 400 metri. Questa traccia non è manutenuta e ci sono diverse piante cadute che ci costringono a qualche numero da circo per scavalcarle rendendo questo tratto piuttosto antipatico. Attraversato il torrente risaliamo per pochi metri la sponda opposta fino a imboccare la pista tagliafuoco verso destra.
Da qui il tracciato ritorna ad essere adatto a tutti. Passiamo un casotto di caccia e rimanendo sulla strada proseguiamo per circa mezz’ora fino ad incrociare sulla sinistra il sentiero 798. Lasciamo quindi la strada che prosegue per Maggiora e iniziamo a salire a sinistra. Dopo circa 15 minuti giungiamo ad una casetta isolata e prendiamo la stradina a monte prima verso destra e subito dopo imbocchiamo la strada a sinistra seguendo le indicazioni per San Bernardo e la pista di MTB Eroica.
Proseguiamo lungo la strada principale ignorando le varie deviazioni. Ad un evidente bivio teniamo la sinistra e proseguiamo in salita fino a giungere ad un incrocio a T dove svoltiamo a sinistra per San Bernardo. Proseguiamo tra saliscendi fino a tornare all’Oratorio di San Bernardo. Ora proseguiamo lungo il sentiero 798 che in falsopiano ci porta in una ventina di minuti in vista di Castagnola e quindi alla fine del viaggio.
Galleria Foto
Cartina e indicazioni stradali
Accesso stradale: Autostrada A26 uscita Romagnano Sesia/Ghemme. Prendere la SP299 in direzione Romagnano Sesia. Proseguire seguendo le indicazioni per Borgosesia. Giunti a Borgosesia seguire per Valduggia. Seguire la SP76 per circa 3,4 km poi svoltare a destra in direzione Castagnola e seguire la strada per 4,8 km. Il parcheggio del cimitero si trova all’uscita dal paese.
Coordinate parcheggio: N 45.713144° E 8.355626°
Profilo e traccia GPS
Video Traccia 3D
Leggende storia e curiosità
Il Supervulcano della Valsesia
Circa 290 milioni di anni fa nella zona che sarebbe diventata la Valsesia tra i comuni di Balmuccia e Prato Sesia era attivo un enorme vulcano le cui imponenti eruzioni, in grado di modificare il clima. diedero vita alla formazione di una caldera (ovvero uno sprofondamento) del diametro si pensa di circa 15 chilometri.
Dopo un periodo di attività molto intensa il vulcano si calmò fino a collassare su sé stesso.
Circa 50 milioni di anni fa lo scontro tra la placca Africana e quella Europea che provocò l’innalzamento della crosta terrestre dando origine alle Alpi sollevò e torse anche l’intera struttura del vulcano, portando alla luce tutto l’apparato magmatico ormai fossile che un tempo stava sotto il vulcano a una profondità di circa 25 chilometri e che ora qui e solo qui nel mondo è visibile. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito www.supervulcano.it e alla visione del video dell’intervista ad Alice Freschi, Presidente della Associazione Geoturistica Supervulcano Valsesia pubblicato da Videotopit su YouTube: